La Juventus e le due manovre stipendi spiegate punto per punto

Tutto quello che c’è da sapere sulle due operazioni nate per arginare l’effetto Covid, ma che adesso inguaiano i bianconeri

Martedì Paulo Dybala è stato sentito dalla Guardia di Finanza di Roma nel quadro dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino. La ragione della convocazione era di comprendere se avesse ricevuto o meno i pagamenti (3,7 milioni) a cui aveva rinunciato con la cosiddetta “manovra stipendi”, che sarà oggetto dell’eventuale processo penale e di quello sportivo atteso nella tarda primavera (il procuratore Chiné dovrebbe chiudere le indagini entro il 10 marzo, salvo altre proroghe).

Ma cos’è la manovra stipendi?

Sarebbe più giusto parlare di manovre stipendi, al plurale, perché ce ne sono state due: una nel marzo del 2020 e una nell’aprile del 2021.

In cosa consistono?

Nel marzo 2020, nel momento più allarmante della pandemia di Covid, con il campionato sospeso e senza la certezza di riprenderlo (quindi senza la certezza di incassare i diritti tv e con la certezza di non avere gli incassi da stadio), la Juventus chiede ai suoi giocatori di rinunciare a quattro mensilità per un risparmio totale di 90 milioni. Ai giocatori promette di restituirne tre qualora riprendessero le competizioni (e così annuncia alla stampa). Tutti i giocatori accettano e firmano nuovi contratti che vengono regolarmente depositati in Lega, poi si accordano separatamente per le modalità con cui ricevere le integrazioni. E i contratti con le integrazioni vengono depositati in Lega dopo il 30 giugno (il campionato riprende a luglio).

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Cosa c’è di irregolare secondo i magistrati?

Secondo i pm e la Consob, la Juventus si era, di fatto, impegnata a versare i 70 milioni delle tre mensilità e, quindi, doveva registrarli come debito (o tutt’al più come accantonamento rischi). Non agendo in questo modo, il bilancio 2019-2020 risulta migliore (per contro sarebbero stati peggiori quelli successivi in cui vengono effettivamente pagati gli stipendi). Si tratta, quindi, di falsa comunicazione di bilancio.

Sotto il profilo sportivo c’è un rischio per questa violazione?

In teoria rientra nell’articolo 31 e non prevede penalizzazioni, ma solo multe. Tuttavia la facilità con cui nella sentenza plusvalenze, la giustizia sportiva ha utilizzato il famoso articolo 4 (lealtà sportiva) non lascia tranquilli gli avvocati bianconeri.

E la seconda manovra?

Un anno dopo la prima, il calcio affronta ancora gli effetti del Covid (stadi aperti in percentuale minima) e la Juventus ripete la manovra stipendi per arginare i costi. La richiesta ai giocatori è analoga e la manovra ricalca la filosofia di quella precedente: rinunciare a una parte degli emolumenti che verranno poi restituiti in modo “spalmato” nelle stagioni successive o, in caso di cessione ad altra squadra, sotto forma di incentivo all’esodo. Aderiscono 17 giocatori e vale circa 63 milioni. In questo caso, però, solo per 7 giocatori vengono depositati i contratti di reintegro in Lega e, comunque, privi dell’ipotesi di reintegro sotto forma di incentivo all’esodo, che invece era contenuto negli accordi privati sottoscritti da tutti e 17 i giocatori. Accordi (le cosiddette side letter) che la magistratura ha trovato durante le perquisizioni negli uffici degli avvocati.

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Sono scritture legali?

Di per sé sì, anche perché non si tratta di accordi per pagamenti in nero, ma regolarmente tracciati. Ma il mancato deposito di una parte di quegli accordi e il deposito di quelli non completi dell’incentivo all’esodo rappresentano una violazione del codice di giustizia sportiva e del solito articolo 31 che punisce qualsiasi accordo fra giocatori e club al di fuori dei moduli federali.

Qual è il rischio per la Juve?

Anche in questo caso si tratterebbe di multe, ma potenzialmente molto salate perché potrebbero essere da 1 a 3 volte la cifra del contratto non depositato. Quindi, con un calcolo approssimativo, dai 40 ai 120 milioni. In più il comma 3 dell’articolo 31 prevede per questa fattispecie da 1 a più punti di penalizzazione.

Rischiano anche i giocatori?

Sì, il codice prevede da un mese a un anno di sospensione perché il divieto di accordi fuori dai moduli federali vale anche per i calciatori che li firmano e quindi potrebbero essere squalificati almeno per un mese, se ritenuti responsabili dal giudice.

Quali giocatori sono?

Bentancur, Bernardeschi, Bonucci, Chiellini, Chiesa, Cuadrado, Danilo, Demiral, Ronaldo, Dybala, Kulusevski, Alex Sandro, McKennie, Rabiot, Arthur, Ramsey e Szczesny.

Quando scatterebbe la squalifica?

In teoria durante questa stagione, anche se ovviamente dipende dal momento in cui verrà pronunciata la sentenza (il processo potrebbe essere a metà aprile).

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Esistono dei precedenti?

Non ci sono precedenti significativi di squalifica di giocatori per questa fattispecie, così come in passato situazioni analoghe di “manovre stipendi” non erano state trattate in modo severo.

Ma la famosa “carta Ronaldo” cos’è?

Una delle famose “side letter” nella quale la società garantiva a Ronaldo il pagamento dei 19,5 milioni a cui aveva rinunciato e conteneva tutte le clausole e le modalità di pagamento.

Sono stati pagati quei soldi?

Al momento non risultano pagati e c’è notizia che i legali di Ronaldo possano chiederli.

È pensabile che la Juventus riceva una penalizzazione anche per la manovra stipendi?

Visto il metro di giudizio e la filosofia della sentenza plusvalenze è certamente una possibilità concreta. C’è anche chi pensa che si possa trattare di una penalità più pesante (20 punti) e, poi, c’è da considerare l’ipotesi della pesantissima multa.

È circolata l’ipotesi di patteggiamento per limitare i danni, è vera?

Per il momento si tratta di un gossip più romano che torinese. La Juventus e i suoi legali sono al momento concentrati sul ricorso al Collegio di Garanzia del Coni per la sentenza plusvalenze. Al momento non sanno neanche se e per cosa verranno deferiti da Chiné, quindi è troppo presto per parlarne. Certo, è un’ipotesi da non escludere a priori.

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Martedì Paulo Dybala è stato sentito dalla Guardia di Finanza di Roma nel quadro dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino. La ragione della convocazione era di comprendere se avesse ricevuto o meno i pagamenti (3,7 milioni) a cui aveva rinunciato con la cosiddetta “manovra stipendi”, che sarà oggetto dell’eventuale processo penale e di quello sportivo atteso nella tarda primavera (il procuratore Chiné dovrebbe chiudere le indagini entro il 10 marzo, salvo altre proroghe).

Ma cos’è la manovra stipendi?

Sarebbe più giusto parlare di manovre stipendi, al plurale, perché ce ne sono state due: una nel marzo del 2020 e una nell’aprile del 2021.

In cosa consistono?

Nel marzo 2020, nel momento più allarmante della pandemia di Covid, con il campionato sospeso e senza la certezza di riprenderlo (quindi senza la certezza di incassare i diritti tv e con la certezza di non avere gli incassi da stadio), la Juventus chiede ai suoi giocatori di rinunciare a quattro mensilità per un risparmio totale di 90 milioni. Ai giocatori promette di restituirne tre qualora riprendessero le competizioni (e così annuncia alla stampa). Tutti i giocatori accettano e firmano nuovi contratti che vengono regolarmente depositati in Lega, poi si accordano separatamente per le modalità con cui ricevere le integrazioni. E i contratti con le integrazioni vengono depositati in Lega dopo il 30 giugno (il campionato riprende a luglio).

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