Mourinho dopo l'Inter
Un’acredine per nulla scalfita dall’addio del portoghese all’Inter nel 2010. Mourinho l’ha rinfocolata dal Chelsea nel 2014 («Se la Juve vincesse l’Europa League sarebbe comunque un flop, era costruita per la Champions») e poi nell’estate 2015, accusando Allegri: «Ha parlato tutta l’estate di Oscar e Ramires, io non mi permetto di parlare dei giocatori della Juve». Un remake dei battibecchi con il tecnico livornese degli anni precedenti. «Io sono contento di aver vinto il premio assegnato dai calciatori», commentò Mourinho la Panchina d’oro ad Allegri, allora allenatore del Cagliari, nel 2009: «Forse lui che allena l’Inter è tenuto a commentare tutto, ma per farmi innervosire di battute deve farne un bel po’...», replicò Allegri. Che poi passò all’attacco in un’intervista alle Iene nel 2011, stavolta da tecnico del Milan: «Mourinho ogni tanto è patetico, ripete sempre le stesse cose. È molto bravo ma dietro l’arroganza nasconde insicurezze». Una rivalità che, come quelle di Mou con Ranieri e Spalletti, si è poi via via stemperata in un ottimo rapporto. Ormai da qualche anno i confronti tra Allegri e Mourinho sono raccontati da fotografi e di abbracci e sorrisi e il tecnico bianconero nei giorni scorsi si è pubblicamente augurato che lo Special One possa essere in panchina domenica
Il Mourinho di Manchester
Lo stesso Mourinho era stato diplomatico sulla penalizzazione inflitta alla Juventus: «Di certe cose se ne occupano i tribunali. Per me la Juve ha i nostri stessi punti. Se poi ha sbagliato credo sia giusto che paghi». In passato era stato addirittura entusiasta su alcuni bianconeri - «Bonucci e Chiellini dovrebbero avere una cattedra di difesa ad Harvard», disse dopo la vittoria della Juve in casa del suo Manchester United. Nulla però ha tolto asprezza alla faida con i tifosi juventini, che proprio nel ritorno di quella doppia sfida del girone di Champions coprirono di insulti per 90 minuti Mou, che alla fine della partita, vinta dai suoi Red Devils, replicò mostrando tre dita a indicare il triplete dei tempi interisti e portandosi più volte la mano all’orecchio. Domenica non parlerà e - probabilmente - non farà gesti, ma ha già predisposto il set per girare l’ennesimo episodio della saga delle sfide tra lui e la Juventus.