Il processo? È virtuale, sui media
Il fischio di inizio di una partita che, stando ai manuali di diritto e alla Costituzione, si dovrebbe svolgere in un’aula. In realtà è da oltre un anno che si sta svolgendo un processo virtuale là fuori, sui media, grazie ai pezzi d’inchiesta scivolati dai faldoni. E così un’indagine che dovrebbe stabilire se e come la Juventus e i suoi dirigenti abbiamo commesso il reato di falso in bilancio, ci fa scoprire fatti privati e valutazioni personali. E a peggiorare le cose ci si mette chi, mischiando quei frammenti o non capendoli del tutto, li mischia in un cocktail tossico come quello di cui si abbeveravano, ieri, molti tifosi della Juventus, intrappolati in una ricostruzione sconclusionata, nella quale Dybala aveva intentato una causa al club per avere 50 milioni. Una bufala, che ha tuttavia scatenato una reazione scomposta di molti ex tifosi della Joya. Un altro piccolo grande esempio di come, talvolta, ci si dimentica che al centro delle vicende giudiziarie ci sono delle persone che non meritano di finire in una bufera inutile. Peraltro è quello che da mesi va dicendo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non il primo pirla che apre un account social.