Juventus, manovra stipendi e inchiesta Prisma: fine marzo tra due fuochi

Il procuratore federale Chiné chiede altri 20 giorni per il secondo fascicolo. Il deferimento potrebbe arrivare a ridosso della prima udienza dal Gup

TORINO - Il procuratore federale Giuseppe Chiné avrebbe chiesto alla procura generale dello sport un’ulteriore proroga di venti giorni per l’inchiesta, i cui termini scadevano domani, sulle manovre stipendi della Juventus che include i compensi fittizi agli agenti e in cui è confluito anche il secondo filone delle plusvalenze. Non è la prima volta che Chiné allunga i tempi di chiusura delle indagini: già a gennaio aveva ottenuto 40 giorni in più per valutare la posizione delle altre società (Atalanta, Bologna, Udinese, Cagliari, Sampdoria e Sassuolo) con le quali le plusvalenze bis erano state perfezionate, adesso è costretto a chiedere altro tempo perché deve ancora esaminare le oltre mille nuove pagine dell’inchiesta Prisma che sono finite sulla sua scrivania e che comprendono gli interrogatori di Paulo Dybala e di Rolando Mandragora, ascoltati nelle settimane scorse dalla Guardia di Finanza.

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