Un po’ di chiarezza, innanzitutto. Paulo Dybala e i suoi legali non chiederanno 50 milioni alla Juventus. E, al momento, non hanno intentato nessuna causa al club che, secondo l’accordo del 2021, inquadrato nella cosiddetta manovra stipendi, gli dovrebbe pagare ancora circa tre milioni di euro. È plausibile pensare che verranno pagati, anche se le parti tacciono. Tutte queste vicende, infatti, le abbiamo scoperte e le continuiamo a scoprire dal buco della serratura. Frammenti di una ricostruzione di parte, estrapolati dal contesto e dati in pasto a un’opinione pubblica, i cui pruriginosi appetiti sono diventanti sempre più voraci in trent’anni di voyeurismo giudiziario. Poi, molto poi, chissà quando poi, ci sarà un processo, un dibattimento e spalancheremo la porta sulla questione degli stipendi, degli accordi e delle carte segrete, ascoltando due voci, avendo un quadro completo e, probabilmente, più chiaro. Ma lunedì, a Torino, avremo solo l’udienza preliminare per l’inchiesta Prisma, che secondo i manuali di diritti è il primo passo di un iter per stabilire la colpevolezza o l’innocenza di un indagato.