Juventus, l’analisi sui conti: la linea sostenibile inizia a pagare

Lieve diminuzione del monte ingaggi e mercato in attivo: questa sarà la via

La strada sarà ancora lunga, ma intanto i conti della Juventus migliorano. Con il ritorno dei tifosi allo stadio, una politica di contenimento dei costi e un mercato sostenibile, puntando anche sui giovani cresciuti a Vinovo, il bilancio passa da un rosso acceso a un rosa pallido: dal meno 112 milioni dei primi sei mesi della stagione 2021-22, il Cda bianconero - presieduto dal nuovo presidente Gianluca Ferrero - ha approvato ieri perdite per 29,5 nella semestrale 1° giugno-31 dicembre 2022. Nonostante il club sia concentrato sugli imminenti processi sportivi e penali, la riduzione del passivo è un segnale positivo. In un anno i ricavi sono cresciuti del 23,80% (da 223 a 276 milioni) grazie al venir meno degli effetti negativi della pandemia. Lo Stadium di nuovo pieno di tifosi ha permesso ai proventi da gare di passare da 13,2 a 28,5 milioni, quelli dalla gestione dei giocatori da 5,4 a 42,7 milioni e, sebbene i diritti tv si siano ridotti di 12 milioni, un incremento si è registrato nel merchandising. Sul fronte dei costi (passati da 235,6 milioni a 210,6), l’indirizzo del club è quello di alleggerire il monte ingaggi, dove il club ha risparmiato 30 milioni rispetto all’esercizio precedente (da 161,6 milioni a 131,4 ).  

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L’analisi sui conti della Juventus

A peggiorare semmai è l’indebitamente finanziario netto, arrivato a 333 milioni rispetto ai 153 di un anno fa: in questo caso a incidere sono il pagamento delle rate per il trasferimento dei big, vale a dire Federico Chiesa e Dusan Vlahovic, costi che non ci saranno ovviamente sulla prossima semestrale. E infatti le previsioni sull’intero esercizio, come era facile immaginare, sono rosee: «L’andamento economico - si legge nella relazione - pur influenzato dal contesto economico, finanziario e politico non favorevole, conferma le previsioni di sensibile miglioramento rispetto a quello dell’esercizio 2021/2022, che deriva anche dalle incisive azioni di sviluppo dei ricavi e di razionalizzazione dei costi impostate nei periodi precedenti e proseguite in quello in corso». Non ci sarà un ridimensionamento sul mercato, ma sicuramente le spese saranno più oculate. La Juventus vanta una linee di credito bancaria non ancora utilizzata per 214, 6 milioni, anche se nel febbraio 2024 dovrà restituire il prestito obbligazionario di 175 milioni. La vera spada di Damocle sui conti è rappresentata dalla partecipazione o meno della prossima Champions League: l’anno scorso vincere la Conference League ha reso alla Roma all’incirca 15 milioni e anche arrivare in fondo all’Europa League garantisce sui venti milioni. Cifre molto distanti dai proventi della Champions se si pensa che nel 2021-22 la Juventus, uscita agli ottavi contro il Villarreal, ha comunque guadagnato più di 80 milioni.

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La strada sarà ancora lunga, ma intanto i conti della Juventus migliorano. Con il ritorno dei tifosi allo stadio, una politica di contenimento dei costi e un mercato sostenibile, puntando anche sui giovani cresciuti a Vinovo, il bilancio passa da un rosso acceso a un rosa pallido: dal meno 112 milioni dei primi sei mesi della stagione 2021-22, il Cda bianconero - presieduto dal nuovo presidente Gianluca Ferrero - ha approvato ieri perdite per 29,5 nella semestrale 1° giugno-31 dicembre 2022. Nonostante il club sia concentrato sugli imminenti processi sportivi e penali, la riduzione del passivo è un segnale positivo. In un anno i ricavi sono cresciuti del 23,80% (da 223 a 276 milioni) grazie al venir meno degli effetti negativi della pandemia. Lo Stadium di nuovo pieno di tifosi ha permesso ai proventi da gare di passare da 13,2 a 28,5 milioni, quelli dalla gestione dei giocatori da 5,4 a 42,7 milioni e, sebbene i diritti tv si siano ridotti di 12 milioni, un incremento si è registrato nel merchandising. Sul fronte dei costi (passati da 235,6 milioni a 210,6), l’indirizzo del club è quello di alleggerire il monte ingaggi, dove il club ha risparmiato 30 milioni rispetto all’esercizio precedente (da 161,6 milioni a 131,4 ).  

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