Plusvalenze, perché alla Juve toglieranno meno punti

L'intervento del professor Matera, docente di diritto comparato ed ex vice procuratore generale del Coni su come la sentenza del Collegio di Garanzia permetterà di correggere l'impianto della sentenza
Plusvalenze, perché alla Juve toglieranno meno punti

Il Collegio di Garanzia dello Sport, nella giornata di giovedì scorso, ha emesso il dispositivo della decisione con cui ha accolto il ricorso della Juventus sul -15 e rinviato alla Corte Federale d’Appello. Il Codice, ora, prevede un termine di trenta giorni per il deposito della motivazione, ma è decisamente probabile che questo avvenga in tempi più brevi. Le motivazioni illustreranno i termini dell’accoglimento del ricorso bianconero, enunciando altresì il principio cui la CFA dovrà uniformarsi nel giudizio di rinvio. In questi stretti margini dovrà muoversi la stessa Corte, in diversa composizione, al che si potrà comprendere quali saranno le sorti di questo complesso procedimento. Nelle poche righe del dispositivo, tuttavia, c’è già qualche indicazione attraverso la quale è possibile immaginare il contenuto delle motivazioni.

Sentenza Collegio, le indicazioni

C’è la condanna di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene; c’è l’accoglimento del ricorso di Nedved e di altre figure, nonché della Juventus stessa; ci sono i riferimenti alla necessità che la CFA determini l’apporto causale dei singoli amministratori, ne fornisca adeguata motivazione e ne tragga le “eventuali” conseguenze per la sanzione da comminare al club bianconero. Unendo questi punti, come in un gioco enigmistico, ne possiamo ricavare alcune considerazioni. Il focus del procedimento, in primo luogo, è dato dalla condotta dei dirigenti della Juventus, le cui condanne vengono in buona parte confermate, e non dalle plusvalenze in sé.

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Articolo 31 e articolo 4

Di conseguenza, l’articolo 31 comma 1 risulta ai margini di questo quadro, o esce completamente di scena, mentre l’impianto si regge sulla violazione dei doveri di lealtà, correttezza e probità, di cui all’articolo 4, da parte dei dirigenti bianconeri. Questa violazione si trasla poi, per i meccanismi dell’articolo 6, primo e secondo comma, sulla società stessa, che risponde di queste condotte, per così dire sleali, della pianificazione fraudolenta più che delle plusvalenze in sé, che non erano state ritenute sanzionabili nei procedimenti del 2022 perché mancava e manca tutt’oggi una norma e un valore di riferimento che ne permetta la qualificazione come illecito. D’altronde, questo può essere coerente con il tipo di sanzione, la penalizzazione in punti, che invece non è prevista per la violazione dell’articolo 31 comma 1, norma che prevede solo l’ammenda.

Penalizzazione Juve: l'apporto dei dirigenti

Lo spostamento di questo focus dell’impianto fa sì che la CFA debba partire dalla condanna dei dirigenti, rivalutando anche quella di chi ha visto accolto il proprio ricorso, per poi determinare l’apporto di ciascuno e, infine, trasferire “a valle” sulla Juventus la responsabilità diretta e oggettiva, costruendo di conseguenza la sanzione. La quale, dunque, dovrà essere così computata e il calcolo potrà condurre, appunto, a un’eventuale rimodulazione. Questo processo logico era mancato nella motivazione della CFA, la quale aveva condannato la società e poi i suoi dirigenti e non viceversa, tradendo il meccanismo dell’articolo 6 che invece permette l’applicazione dell’articolo 4 e la relativa sanzione. La violazione dell’articolo 4, infatti, era contestata ai dirigenti e non alla Juventus. Consiste in questo, con ogni probabilità, la carenza di motivazione rilevata dal Collegio di Garanzia dello Sport: la difesa della Juventus aveva lamentato lucidamente questo profilo nel proprio ricorso e anche il Procuratore Generale, Ugo Taucer, avevo formulato con estrema chiarezza un rilievo su questo aspetto.

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Juve, le conseguenze sulla penalizzazione

Ma che cosa ne consegue in termini concreti? Il Collegio, innanzitutto, permette così alla Corte di correggere l’impianto motivazionale, costruendo la sanzione in questo modo ed evitando che una decisione sotto questo profilo carente o errata finisca dinanzi alla Giustizia Amministrativa e apra a una pericolosa tutela risarcitoria in favore della Juventus. Questo, inoltre, permette la rimodulazione della sanzione che, a questo punto, potrebbe essere diversa, probabilmente in termini quantitativi. Mi rendo conto che questa ricostruzione, ancor prima del deposito delle motivazioni, possa sembrare un azzardo, ma è logica e coerente con gli elementi in nostro possesso. In termini generali, il quadro cambia la posizione della Juventus in meius, probabilmente. Non si tratta certo di una vittoria per il club bianconero, ma con un diverso centro dell’impianto accusatorio si aprono le porte per una riduzione della sanzione. L’avverbio “eventualmente” di cui al dispositivo, però, lascia su questo un qualche margine di manovra alla Corte Federale d’Appello, chiamata solo al computo secondo il meccanismo illustrato.

*ordinario di diritto comparato ed ex vice procuratore generale del Coni, nel 2014 ha contribuito a redigere il vigente Codice della Giustizia Sportiva del Coni

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Il Collegio di Garanzia dello Sport, nella giornata di giovedì scorso, ha emesso il dispositivo della decisione con cui ha accolto il ricorso della Juventus sul -15 e rinviato alla Corte Federale d’Appello. Il Codice, ora, prevede un termine di trenta giorni per il deposito della motivazione, ma è decisamente probabile che questo avvenga in tempi più brevi. Le motivazioni illustreranno i termini dell’accoglimento del ricorso bianconero, enunciando altresì il principio cui la CFA dovrà uniformarsi nel giudizio di rinvio. In questi stretti margini dovrà muoversi la stessa Corte, in diversa composizione, al che si potrà comprendere quali saranno le sorti di questo complesso procedimento. Nelle poche righe del dispositivo, tuttavia, c’è già qualche indicazione attraverso la quale è possibile immaginare il contenuto delle motivazioni.

Sentenza Collegio, le indicazioni

C’è la condanna di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene; c’è l’accoglimento del ricorso di Nedved e di altre figure, nonché della Juventus stessa; ci sono i riferimenti alla necessità che la CFA determini l’apporto causale dei singoli amministratori, ne fornisca adeguata motivazione e ne tragga le “eventuali” conseguenze per la sanzione da comminare al club bianconero. Unendo questi punti, come in un gioco enigmistico, ne possiamo ricavare alcune considerazioni. Il focus del procedimento, in primo luogo, è dato dalla condotta dei dirigenti della Juventus, le cui condanne vengono in buona parte confermate, e non dalle plusvalenze in sé.

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