C’è quell’«Aaaaahhh» in stile Harry ti presento Sally in cui s’è prodotto Aurelio De Laurentiis in versione Meg Ryan commentando le due vittorie stagionali del suo Napoli contro la Juventus. E c’è invece un «ah» un po’ meno orgasmico, semmai secco e seccato, con cui la Juventus (ma di sicuro anche il Milan, l’Inter) hanno accolto certe altre aureliane esternazioni. Tipo quelle, sibilline (o accusatorie) legate alle recenti non vittorie, del Napoli: «Qualche volta siamo arrivati secondi, ma potevamo arrivare primi se… Sento di aver vinto altri scudetti, sicuramente quello dell’onestà». Apriti cielo... Ci mancava lo scudetto dell’onestà. Sullo scudetto del bel gioco, dello spirito di gruppo, della progettualità, della passione etc. nessuno avrebbe null’altro da dire (se non un sentito bravi) e fare (se non un fragoroso applauso).
Le parole di De Laurentiis e le reazioni
Ma, vien da sé, lo “scudetto dell’onestà” finisce per creare ben altre reazioni. Quella di Lapo Elkann è piuttosto immediata: «Lasciatelo parlare, è il suo terzo anno con lo scudetto, mentre per noi sono 38». E se l’imprenditore bianconero pone l’accento su un ambito prettamente sportivo, vi sono vagonate di tifosi che spostano invece il tiro su questioni legate proprio all’onestà, alla giustizia. Infatti è vero che la Juventus e alcuni suoi dirigenti (ex o attuali) stanno attraversando i loro bei contrattempi nei tribunali sportivi (oltre che ordinari): c’è il processo-plusvalenze in cui sono stati condannati ad inibizione Agnelli, Arrivabene, Paratici e Cherubini, mentre il club attende le motivazioni del Collegio di garanzia in merito all’annullamento con rinvio della penalizzazione di 15 punti (la Corte federale d’appello dovrà poi esprimersi di nuovo); e c’è il procedimento sulla manovra stipendi, i rapporti con gli agenti, le partnership con altri club nel quale la Juventus è in attesa di deferimento. Ma attenzione: anche il Napoli era stato deferito per illeciti amministrativi assieme alla Juventus e ad altre 9 squadre, il primo aprile 2022.