La stagione di Federico Gatti è una giostra continua di emozioni. Non può che essere così, per un ragazzo che soltanto cinque anni fa terminava con una retrocessione l’annata in Eccellenza piemontese col Pavarolo. La Juventus è un sogno quotidiano per lui. Ed è anche riuscito a levarsi l'etichetta di outsider della difesa bianconera. Dopo il gol allo Sporting, si è tolto la soddisfazione di ripetersi contro il Siviglia. Una rete che è ossigeno puro per una squadra che può ancora ambire alla finale di Europa League. Ludovico Gatti, papà di Federico, ricostruisce così le tante emozioni.
Partiamo da giovedì sera. Dove ha visto la partita?
«Sul divano di casa, con mia moglie. Lei era stanchissima e si è addormentata due volte: prima che entrasse Federico e anche dopo. Così si è persa il gol. L'ho svegliata io con le mia urla di felicità, ma ha capito subito il motivo».
Continua il momento magico di Federico, al primo anno in bianconero.
«È un bel momento, ma non ci abituiamo mai alle emozioni che ci regala. Sta facendo grandi cose, si sta togliendo soddisfazioni importanti, ma è solo l'inizio. Deve ancora pedalare tanto».
Gatti entra nella storia della Juve
Gatti è una nota lieta in una stagione difficile per la Juventus, su tutti i fronti. Come la sta vivendo Federico?
«Con grande trasporto, come tutti i compagni: hanno la percezione di dover giocare contro tutto e tutti. In più, ci sono tanti giovani che soffrono i momenti più complicati. Quando li vedo perdere o se noto un po’ di delusione nei loro sguardi, sto male anch'io».
Suo figlio si sta facendo amare dallo spogliatoio. Che rapporto ha col gruppo?
«Il legame è sempre più forte, anche con lo staff tecnico e con la società. Da fuori si ha la sensazione che la Juventus quest'anno abbia toccato il fondo su più aspetti, ma questo baratro li ha aiutati a stringere i denti nei momenti più duri. Come il secondo tempo col Siviglia: hanno avuto la forza di venirne fuori tutti insieme. Questa squadra non muore mai».