Bonucci 500: la Juve e le finali di Champions, le frasi mai dette

Il difensore bianconero ha ripercorso le tappe e i momenti più importanti vissuti con la Vecchia Signora dal suo arrivo

Bonucci inedito, segreto, emozionato, che racconta una carriera intera in un'intervista intensa, dedicata, piena d'amore per la Juventus con la quale ha festeggiato il traguardo incredibile delle 500 presenze. Con quattro video pubblicati su YouTube, la società ha voluto ripercorrere insieme al difensore i momenti più belli e iconici vissuti col club, dal primo giorno di ritiro fino ai nove scudetti, passando per la Champions e i compagni con cui ha formato una delle difese più forti in assoluto, con aneddoti e rivelazioni mai ascoltate prima.

Conte e la nascita della BBC

Dagli esordi fino alle prime vittorie targate Conte e con i compagni: "La vera BBC che ha costruito la grande cavalcata degli scudetti: è iniziato con Antonio Conte che ci ha fatto giocare insieme. L'amicizia fuori campo è stato anche il segreto che ci ha permesso di conoscerci così bene anche in campo". Il rapporto con Chiellini: "Giorgio è stato speciale perché io ero lo scontroso, lui invece cercava sempre la soluzione e mi diceva stai calmo e ragiona. Eravamo e siamo diversi, ma abbiamo condiviso tanti momenti, io sono stato fortunato ad avere e passare il mio tempo in campo con Giorgio e Andrea che mi hanno insegnato tanto e loro da me hanno rubato qualcosa. Insieme abbiamo fatto qualcosa che rimane nella storia del calcio. Ho ereditato la fascia da Giorgio: è una grande responsabilità. In questi anni ho capito quanto pesa avere addosso la fascia e la maglia".

Buffon, Chiellini, Barzagli, il futuro

Emozioni visibili anche sul viso di Bonucci. Occhi lucidi e poi i messaggi dei tre ex compagni. "Grande Leone, grandissimo sceriffo" ha esordito Buffon. "Sei arrivato a 500 con onore, merito e passione. Sono felicissimo per te complimenti. Sono ancora più felice di averne condivise molte di queste 500". Dal portiere a Barzagli: "Ciao grande Leo. Ci sei arrivato. Complimenti per questo traguardo importante. La tua personalità è una dote fantastica che hai e che facevi percepire anche a noi che non avevi paura di niente. Un grande abbraccio". E a chiudere non poteva mancare quello di Giorgio Chiellini: "Ciao Bonny. Congratulazioni per le 500 partite. Ti meriti tutto questo e dopo questa stagione travagliata per te e per la Juve ti auguro di alzare un trofeo da capitano".

Tra il passato e il presente, Bonucci ha parlato anche del futuro:"Il prossimo anno smetterò di giocare e si chiuderà un'era di modo di interpretare la difesa all'italiana e un motivo di orgoglio esser li tra i grandi e spero che tanti difensori che cresceranno prenderanno come idoli noi quattro e questo significa aver lasciato tanto al calcio".

Champions: Suarez, Messi, Ronaldo, Lewa

Leonardo Bonucci ha poi raccontato delle finali di Champions: "Abbiamo iniziato a giocare a calcio per vivere quelle partite li.  Abbiamo incontrato il Barcellona più forte di tutta la storia,contro il Real invece avevamo sottovalutato delle cose. Tutti ci davano per favoriti ma contro il Real non sei mai favorito, poi quando subisci un gol come quello di Casemiro ti spezza le gambe. Io ricordo nei giorni precedenti che a colazione Gigi si metteva a fare le uscite basse sulla moquette della sala da pranzo. Prima di quelle gare ti senti un leone in gabbia che non vede l'ora di giocare quella partita". Dalle finali giocate alla prima in Champions contro il Chelsea: "Tornavamo in Europa dopo diverso tempo e affrontavamo una delle squadre più forti in quel momento. Anche lì si è visto la voglia di combattere e di tenere in piedi la Juve. Per me è stato un momento di crescita, perché quando ti trovi a giocare contro certi attaccanti senti che stai percorrendo la strada giusta. Duello più bello? Con Suarez a Berlino nella finale perché ce ne siamo date tante, ogni palla era una guerra e quello mi è piaciuto più di tutto per adrenalina, tensione e cattiveria. Ma anche Messi, Ronaldo. E anche Lewandowski, lui è un serial killer, appena lasci mezzo centimetro lui è pronto a punirti. Anche Drogba, che ho affrontato a fine carriera. Era spigoloso, non lo spostavi. Non oso immaginare come era prima. Ma ti ripeto vorrei giocare tutte le partite contro questi grandi attaccanti".

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L'addio alla Juve e il Milan

Tra i momenti vissuti alla Juve anche quello dell'addio: "È stato un periodo pesante a livello psicologico. Sono ritornato col cuore, sapevo che andavo incontro a gente che non avrebbe capito, come non aveva capito il motivo dell’addio. Semplicemente dopo il momento di rabbia e delusione che avevo vissuto quando la società aveva deciso di mettermi sul mercato perché alcune cose non erano andate come mi avevano detto. Quell’anno fuori da casa è stato difficile, ci ho un messo un po’ a convincere i più scettici che era stata una scelta di rabbia e non totalmente mia e il ritorno è stato per amore. Rimanere contro la voglia di qualcuno non era corretto, non mi sentivo più importante. La separazione è stata necessaria per ritrovarci innamorati".

Il saluto di Dybala e Chiellini e la fascia

Bonucci ha parlato anche dell'addio di Paulo Dybala, raccontanto in particolare l'aneddoto dopo l'ultima partita all'Allianz contro la Lazio: "Il giorno dell'addio di Giorgio, che è stata anche l'ultima partita di Paulo c'è stato forse il vero passaggio di consegna della fascia. Era l'ultima di Chiellini, ma avevo notato che Dybala aveva sofferto tanto il distacco dalla Juve in quella stagione, meritava anche lui di ricevere l'affetto e i meritati applausi dei tifosi. Lui era titubante perché non voleva invadere lo spazio di Giorgio, ma l'ho convinto ad andare sotto la curva. Quello è stato il primo gesto in cui mi sono trovato da capitano".

Il sogno Juve e lo scudetto con Sarri

Dai titoli vinti con Conte a quello conquistato con Sarri: "Bello, ma difficile. Da marzo campionato non normale, ci mancava la vita non sapevi cosa poteva succedere. È stato lo scudetto più difficile da portare a casa e anche tra i più importanti dei nove". Bonucci ha chiuso parlando dell'importanza della maglia bianconera: "Io sin dal primo giorno che ho indossato questa maglia ho cercato di essere in primis me stesso nel bene e nel male, l'ho sempre difesa come una seconda pelle cercando di prendere prima dai più grandi il valore della maglia Juve e dopo di essere d'esempio e trascinatore dei valori. Vivere questa maglia è stato come vivere per 12 anni in un sogno e sono sempre quel bambino felice che ha realizzato il suo sogno. Aspettiamo la 501 partita e l'obiettivo è quello di continuare fino a giugno 2024, dopo quest'annata difficile. Ci giochiamo qualcosa che può cambiare la stagione. Lo facciamo insieme, uniti come sempre". 

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Bonucci inedito, segreto, emozionato, che racconta una carriera intera in un'intervista intensa, dedicata, piena d'amore per la Juventus con la quale ha festeggiato il traguardo incredibile delle 500 presenze. Con quattro video pubblicati su YouTube, la società ha voluto ripercorrere insieme al difensore i momenti più belli e iconici vissuti col club, dal primo giorno di ritiro fino ai nove scudetti, passando per la Champions e i compagni con cui ha formato una delle difese più forti in assoluto, con aneddoti e rivelazioni mai ascoltate prima.

Conte e la nascita della BBC

Dagli esordi fino alle prime vittorie targate Conte e con i compagni: "La vera BBC che ha costruito la grande cavalcata degli scudetti: è iniziato con Antonio Conte che ci ha fatto giocare insieme. L'amicizia fuori campo è stato anche il segreto che ci ha permesso di conoscerci così bene anche in campo". Il rapporto con Chiellini: "Giorgio è stato speciale perché io ero lo scontroso, lui invece cercava sempre la soluzione e mi diceva stai calmo e ragiona. Eravamo e siamo diversi, ma abbiamo condiviso tanti momenti, io sono stato fortunato ad avere e passare il mio tempo in campo con Giorgio e Andrea che mi hanno insegnato tanto e loro da me hanno rubato qualcosa. Insieme abbiamo fatto qualcosa che rimane nella storia del calcio. Ho ereditato la fascia da Giorgio: è una grande responsabilità. In questi anni ho capito quanto pesa avere addosso la fascia e la maglia".

Buffon, Chiellini, Barzagli, il futuro

Emozioni visibili anche sul viso di Bonucci. Occhi lucidi e poi i messaggi dei tre ex compagni. "Grande Leone, grandissimo sceriffo" ha esordito Buffon. "Sei arrivato a 500 con onore, merito e passione. Sono felicissimo per te complimenti. Sono ancora più felice di averne condivise molte di queste 500". Dal portiere a Barzagli: "Ciao grande Leo. Ci sei arrivato. Complimenti per questo traguardo importante. La tua personalità è una dote fantastica che hai e che facevi percepire anche a noi che non avevi paura di niente. Un grande abbraccio". E a chiudere non poteva mancare quello di Giorgio Chiellini: "Ciao Bonny. Congratulazioni per le 500 partite. Ti meriti tutto questo e dopo questa stagione travagliata per te e per la Juve ti auguro di alzare un trofeo da capitano".

Tra il passato e il presente, Bonucci ha parlato anche del futuro:"Il prossimo anno smetterò di giocare e si chiuderà un'era di modo di interpretare la difesa all'italiana e un motivo di orgoglio esser li tra i grandi e spero che tanti difensori che cresceranno prenderanno come idoli noi quattro e questo significa aver lasciato tanto al calcio".

Champions: Suarez, Messi, Ronaldo, Lewa

Leonardo Bonucci ha poi raccontato delle finali di Champions: "Abbiamo iniziato a giocare a calcio per vivere quelle partite li.  Abbiamo incontrato il Barcellona più forte di tutta la storia,contro il Real invece avevamo sottovalutato delle cose. Tutti ci davano per favoriti ma contro il Real non sei mai favorito, poi quando subisci un gol come quello di Casemiro ti spezza le gambe. Io ricordo nei giorni precedenti che a colazione Gigi si metteva a fare le uscite basse sulla moquette della sala da pranzo. Prima di quelle gare ti senti un leone in gabbia che non vede l'ora di giocare quella partita". Dalle finali giocate alla prima in Champions contro il Chelsea: "Tornavamo in Europa dopo diverso tempo e affrontavamo una delle squadre più forti in quel momento. Anche lì si è visto la voglia di combattere e di tenere in piedi la Juve. Per me è stato un momento di crescita, perché quando ti trovi a giocare contro certi attaccanti senti che stai percorrendo la strada giusta. Duello più bello? Con Suarez a Berlino nella finale perché ce ne siamo date tante, ogni palla era una guerra e quello mi è piaciuto più di tutto per adrenalina, tensione e cattiveria. Ma anche Messi, Ronaldo. E anche Lewandowski, lui è un serial killer, appena lasci mezzo centimetro lui è pronto a punirti. Anche Drogba, che ho affrontato a fine carriera. Era spigoloso, non lo spostavi. Non oso immaginare come era prima. Ma ti ripeto vorrei giocare tutte le partite contro questi grandi attaccanti".

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