Nel percorso dirigenziale di Cristiano Giuntoli c'è un uomo ad aver piantato il primo semino: Giandomenico Costi. Fu lui a volerlo al Carpi, inizialmente come consulente di mercato, nel 2009. Poi Giuntoli ricambiò il favore, portando Costi a Napoli nel 2018. Insieme a Maurizio Micheli, era uno dei collaboratori più stretti del dirigente toscano. Hanno vissuto quasi nove anni di carriera insieme: sei al Carpi e tre al Napoli (Costi ha operato anche al Bari, club nell'orbita dalla famiglia De Laurentiis). Ancora adesso Giuntoli e Costi sono legati da una profonda amicizia.
Costi, quando ha conosciuto Giuntoli?
«Ho conosciuto Cristiano nel 2008: eravamo a New York, lui era lì per frequentare un campus insieme a Gabriele Cioffi, uno dei tecnici che ha scoperto in questi anni. Ricordo che mi fece un sacco di domande sul mio periodo vissuto da calciatore nel Milan di Sacchi. Lui conosceva il calcio in maniera totale e io ero affascinato da lui. Così lui si propose per farmi da consulente di mercato al Carpi, che era fresco di promozione in Serie D, io allora ero il direttore sportivo. Oggi fa ridere immaginare una situazione del genere, a maggior ragione adesso che ha vinto uno scudetto a Napoli, ma andò esattamente così».
Da lì è scattata la scintilla.
«Dopo dieci partite, in cui avevamo fatto 6 vittorie e 4 sconfitte, gli dissi: “Adesso il direttore lo fai tu”. Io così sono tornato a ricoprire un ruolo più di campo e lui si è calato subito nei panni del ds: gestiva lo stress e le emozioni in maniera incredibile. Per questo ha avuto subito successo in questa professione».