Adesso è pronto per la Juventus?
«Sicuramente sì, ma lo sarebbe per qualsiasi squadra al mondo. Con qualsiasi budget, perché è in grado di gestire tutto senza tremare. Alla Juventus avrebbe il meglio a disposizione in termini di strutture e operatività. La sua forza è lo studio: ha le competenze per occuparsi di mercato, del recupero degli infortunati, della preparazione atletica e di mille altri aspetti. Ha una grande conoscenza del calcio in tutte le sue forme. Se oggi viene accostato alla Juventus è grazie a questa sensibilità nell'adattamento ad ogni contesto. Ed è una cosa rara, in un dirigente che non ha mai fatto il professionista ad altissimi livelli da giocatore».
Dopo Carpi, la sua carriera è sbocciata al Napoli.
«Lui a Napoli non poteva fare quello che faceva a Carpi, non è stato un passaggio semplice. Perché parlare con Mertens non era come farlo con Pasciuti. Lui a Carpi faceva tutto. Non mi stupisco che la Juventus adesso cerchi un profilo come il suo: un uomo di calcio, ma anche un gestore di conti. Lui ha la capacità di discutere con gli allenatori, ma è anche in grado di leggere un bilancio. Grazie al legame con la famiglia De Laurentiis ha acquisito conoscenze che lo hanno arricchito e completato, anche con Chiavelli. Lui può andare dappertutto, non solo alla Juventus».