Pagina 2 | Siviglia-Juve, Marco Rossi: "Allegri assalito da opinionisti senza titolo"

Buongiorno mister Rossi, stasera Juventus e Roma cercano la qualificazione alla finale di Europa League di Budapest: da italiano e da ct dell’Ungheria le piacerebbe dar loro il benvenuto alla Puskas Arena?

«Sarebbe sicuramente bello, anche se non è facile. Però sono partite aperte a ogni risultato. La Roma avendo vinto ha un piccolo vantaggio, la Juve ha pareggiato ma, per come potrà interpretare la partita tatticamente, non credo sia poi sfavorita. Una finale italiana piacerebbe anche ai tifosi ungheresi: sono molto appassionati del calcio di alto livello e ammirano indistintamente il campionato inglese, italiano, tedesco e spagnolo. Però in Ungheria c’è una grande simpatia per l’Italia in generale, come cultura, come storia, come modo di vivere. E le squadre italiane sono molto sostenute, tanti tifosi viaggiano per andare a vederle. Di sicuro lo stadio sarà pieno a prescindere da chi arriverà in finale, ma se fossero le due italiane ci sarebbe sicuramente grande entusiasmo».

Per appassionati di calcio di alto livello un confronto Di Maria-Dybala sarebbe una prelibatezza...

«Sia la Juve che la Roma hanno tanti campioni... loro due sono addirittura campioni del mondo in carica e sarebbe un’ulteriore chicca».

Prima, però, ci sono le semifinali. Cosa aspetta la Juve a Siviglia?

«Una partita che nasconde delle insidie perché il Siviglia ha una grande tradizione in questo torneo. Credo che l’andata abbia fatto capire alla Juve i pericoli che il Siviglia potrebbe creare, specialmente giocando in casa. La Juve ha il vantaggio di poter tenere il baricentro un po’ più basso e potrebbe approfittare in ripartenza dei probabili spazi che il Siviglia lascerà. Potrebbe essere una partita congeniale alla Juventus. Darei un 50 per cento di possibilità a testa di passare».

E la Roma a Leverkusen?

«La Roma ha avuto la sfortuna di avere tantissimi infortuni: speriamo riesca a recuperare alcuni dei giocatori importanti e in una condizione adeguata. Ho visto il Leverkusen contro il Ferencvaros e la sua qualità migliore è la capacità di attaccare in spazi larghi. Anche la Roma, che oltretutto è in vantaggio, potrebbe interpretare una partita congeniale. Mourinho poi nelle situazioni da dentro o fuori è una garanzia».

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Visto che affronterà la Serbia nelle qualificazioni europee immaginiamo che stia studiando Vlahovic e Kostic: che ne pensa del loro momento?

«Vlahovic e Kostic ormai li conosco non dico come Allegri, ma quasi... (ride, ndr). Abbiamo già affrontato la Serbia diverse volte. La forza di Kostic credo proprio sia, oltre a un sinistro molto sensibile, la capacità di attaccare gli spazi: potendo sfruttarli, può essere devastante. Vlahovic è un centravanti moderno, per me uno dei più forti sulla scena internazionale. Quest’anno ha avuto varie difficoltà, fisiche più che tecnico-tattiche, ma sta dando segnali di risveglio e potrebbe essere proprio lui a fare la differenza a Siviglia. Me lo auguro da italiano e per Marco Landucci, mio compagno nel Brescia».

Nella Juve è stata la stagione dei giovani: chi l’ha colpita di più?

«Mi sono piaciuti tutti, Fagioli, Miretti, Soulé... Però quello che mi dà la sensazione di avere più margini di miglioramento, per lo strapotere fisico che ha, è Iling. Quando parte sprigiona proprio forza e in più è anche molto tecnico. Deve migliorare un po’ nelle scelte nell’ultimo quarto di campo, dove può diventare più decisivo. E migliorerà sicuramente con l’esperienza e con la continuità di impiego che avrà in futuro. La Juve ha avuto un anno che definire travagliatissimo è un eufemismo, Allegri ha dovuto subire un’infinità di critiche e assalti anche da parte di chi fa l’opinionista con pochi o nessun titolo. Molte volte mi è capitato di pensare che ha veramente un carattere incredibile, perché è stato sotto pressione tutta la stagione e la valorizzazione di tutti questi giovani è passata quasi inosservata rispetto a una critica esasperata. Ha sicuramente commesso errori come tutti, ma in una stagione di infinite difficoltà dalle quali ha saputo uscire in tantissimi casi a testa alta».

A proposito di Allegri, oltre a ciò che ha appena detto cosa ammira di lui e Mourinho?

«Allegri, è molto bravo nella gestione delle risorse e dei giocatori di cui dispone, oltre che ovviamente in tante altre cose. Mourinho, oltre a tutto il resto, è sicuramente un fenomeno nella comunicazione. A volte si può non essere d’accordo con ciò che dice o con l’atteggiamento che può tenere in certe conferenze stampa, però scarica sempre la pressione dalla squadra. Il fatto che l’Olimpico sia sempre pieno, che la Roma sia tornata a vincere un titolo internazionale l’anno scorso e che competa quest’anno, nonostante gli infortuni, testimonia il fatto che è sempre uno Special One».

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Visto che affronterà la Serbia nelle qualificazioni europee immaginiamo che stia studiando Vlahovic e Kostic: che ne pensa del loro momento?

«Vlahovic e Kostic ormai li conosco non dico come Allegri, ma quasi... (ride, ndr). Abbiamo già affrontato la Serbia diverse volte. La forza di Kostic credo proprio sia, oltre a un sinistro molto sensibile, la capacità di attaccare gli spazi: potendo sfruttarli, può essere devastante. Vlahovic è un centravanti moderno, per me uno dei più forti sulla scena internazionale. Quest’anno ha avuto varie difficoltà, fisiche più che tecnico-tattiche, ma sta dando segnali di risveglio e potrebbe essere proprio lui a fare la differenza a Siviglia. Me lo auguro da italiano e per Marco Landucci, mio compagno nel Brescia».

Nella Juve è stata la stagione dei giovani: chi l’ha colpita di più?

«Mi sono piaciuti tutti, Fagioli, Miretti, Soulé... Però quello che mi dà la sensazione di avere più margini di miglioramento, per lo strapotere fisico che ha, è Iling. Quando parte sprigiona proprio forza e in più è anche molto tecnico. Deve migliorare un po’ nelle scelte nell’ultimo quarto di campo, dove può diventare più decisivo. E migliorerà sicuramente con l’esperienza e con la continuità di impiego che avrà in futuro. La Juve ha avuto un anno che definire travagliatissimo è un eufemismo, Allegri ha dovuto subire un’infinità di critiche e assalti anche da parte di chi fa l’opinionista con pochi o nessun titolo. Molte volte mi è capitato di pensare che ha veramente un carattere incredibile, perché è stato sotto pressione tutta la stagione e la valorizzazione di tutti questi giovani è passata quasi inosservata rispetto a una critica esasperata. Ha sicuramente commesso errori come tutti, ma in una stagione di infinite difficoltà dalle quali ha saputo uscire in tantissimi casi a testa alta».

A proposito di Allegri, oltre a ciò che ha appena detto cosa ammira di lui e Mourinho?

«Allegri, è molto bravo nella gestione delle risorse e dei giocatori di cui dispone, oltre che ovviamente in tante altre cose. Mourinho, oltre a tutto il resto, è sicuramente un fenomeno nella comunicazione. A volte si può non essere d’accordo con ciò che dice o con l’atteggiamento che può tenere in certe conferenze stampa, però scarica sempre la pressione dalla squadra. Il fatto che l’Olimpico sia sempre pieno, che la Roma sia tornata a vincere un titolo internazionale l’anno scorso e che competa quest’anno, nonostante gli infortuni, testimonia il fatto che è sempre uno Special One».

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