Juve-Milan, Di Maria saluta lo Stadium: quanto sarebbe costato il rinnovo?

Da metà gennaio a metà marzo ha mostrato tutta la sua classe e l’ipotesi prolungamento si è fatta concreta: troppo pochi, quei due mesi, malgrado i possibili benefici del decreto crescita

Abbagliante. Questo è stato Angel Di Maria nella sua prima stagione juventina, quando si è acceso. Ecco, quando si è acceso. La precisazione temporale spiega quasi completamente perché la prima stagione juventina del Fideo sarà anche l’ultima, come da contratto, dopo che nei primi mesi dell’anno (non a caso quelli in cui la sua luce ha brillato più a lungo) si era fatta strada l’ipotesi di un rinnovo. Troppo pochi, quei due mesi, per scommettere quasi cinque milioni sul fatto che nella prossima stagione sarebbero diventati molti di più.

Juve-Di Maria, quanto sarebbe costato il rinnovo

Perché quasi cinque milioni? Perché grazie a un’opzione di rinnovo, se la Juventus e Di Maria avessero prolungato il loro legame la società bianconera avrebbe potuto accedere ai benefici del decreto crescita non solo per la prossima stagione, ma anche per quella che si sta per concludere (è necessario un contratto di almeno due anni). Avrebbe cioè pagato le tasse non sull’intero stipendio lordo dell’argentino, ma sulla metà: versare 6 milioni netti all’ex Psg le sarebbe costato poco meno 8 milioni lordi a stagione, dunque poco meno di 16 milioni per due stagioni, anziché poco più di 11 per una sola. Avere per un’altra stagione il Di Maria di inizio anno - 7 gol e 3 assist in 14 presenze tra il 13 gennaio e il 9 marzo - pagando circa 4,8 milioni in più di quanto la Juventus dovrà comunque pagare per l’annata che sta per chiudersi, sarebbe stato un’affare allettante anche sapendo di dover fare i conti con un budget ridotto. Dopo il gol al Friburgo del 9 marzo, però, il Fideo ha collezionato altre 14 presenze senza gol né assist e con prestazioni quasi sempre deludenti, punteggiate qua e là da un controllo o da un dribbling capaci di far sgranare gli occhi, ma che alla bellezza non hanno mai accompagnato l’incisività.

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Di Maria, la stagione tra bassi e alti

Un finale di stagione che ha ricordato la prima parte, quella precedente il Mondiale, punteggiata da acciacchi muscolari, macchiata dal fallo di reazione su Izzo che lasciò la Juve in 10 a Monza, illuminata solo dall’illusoria prova con il Sassuolo alla prima giornata (gol e assist) e dai tre assist in casa contro il Maccabi. È vero che la prossima stagione non avrà in mezzo il Mondiale, che prima di cominciare catalizza i pensieri e dopo che è finito lascia il serbatoio impoverito di energie mentali e fisiche per il resto dell’annata. Però è anche vero che il prossimo 14 febbraio Di Maria compirà 36 anni e il rischio che gli acciacchi aumentino e le energie calino è fisiologico. Non è certo, ma le probabilità sono troppe per investire sull’argentino quasi altri 5 cinque milioni, tenuto conto di un bilancio da far quadrare e quasi certamente della difficoltà di riuscirci senza poter contare sugli introiti delle coppe europee.

Juve-MIlan, il saluto di Di Maria

Così oggi il Fideo saluterà l’Allianz Stadium e i tifosi bianconeri (tranne quelli che andranno a Udine domenica prossima). Tifosi con uno dei quali ha avuto uno screzio sui social in settimana, molti dei quali sono rimasti nel complesso delusi dalla sua stagione. Saluterà probabilmente da titolare, di sicuro almeno per uno spezzone, e sarebbe bello se salutasse da grande campione qual è: perché questo è assodato, lo è da anni del resto, e non può certo metterlo in discussione un’annata tormentata, in cui ha comunque fatto vedere giocate che pochi altri hanno fatto vedere in maglia bianconera. C’è anche la cornice adatta, per un saluto all’altezza: lo Stadium sarà pieno e di fronte la Juve avrà una rivale storica come il Milan, che invece sta per festeggiare il rinnovo di Raphael Leao. Quasi una sfida nella sfida, un confronto con uno dei talenti destinati a lasciare un segno importante sui prossimi dieci anni di calcio come Di Maria lo ha lasciato sugli ultimi dieci. Non lo ha lasciato sulla Juve, ma almeno una piccola impronta su questa stagione può ancora imprimerla.

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Abbagliante. Questo è stato Angel Di Maria nella sua prima stagione juventina, quando si è acceso. Ecco, quando si è acceso. La precisazione temporale spiega quasi completamente perché la prima stagione juventina del Fideo sarà anche l’ultima, come da contratto, dopo che nei primi mesi dell’anno (non a caso quelli in cui la sua luce ha brillato più a lungo) si era fatta strada l’ipotesi di un rinnovo. Troppo pochi, quei due mesi, per scommettere quasi cinque milioni sul fatto che nella prossima stagione sarebbero diventati molti di più.

Juve-Di Maria, quanto sarebbe costato il rinnovo

Perché quasi cinque milioni? Perché grazie a un’opzione di rinnovo, se la Juventus e Di Maria avessero prolungato il loro legame la società bianconera avrebbe potuto accedere ai benefici del decreto crescita non solo per la prossima stagione, ma anche per quella che si sta per concludere (è necessario un contratto di almeno due anni). Avrebbe cioè pagato le tasse non sull’intero stipendio lordo dell’argentino, ma sulla metà: versare 6 milioni netti all’ex Psg le sarebbe costato poco meno 8 milioni lordi a stagione, dunque poco meno di 16 milioni per due stagioni, anziché poco più di 11 per una sola. Avere per un’altra stagione il Di Maria di inizio anno - 7 gol e 3 assist in 14 presenze tra il 13 gennaio e il 9 marzo - pagando circa 4,8 milioni in più di quanto la Juventus dovrà comunque pagare per l’annata che sta per chiudersi, sarebbe stato un’affare allettante anche sapendo di dover fare i conti con un budget ridotto. Dopo il gol al Friburgo del 9 marzo, però, il Fideo ha collezionato altre 14 presenze senza gol né assist e con prestazioni quasi sempre deludenti, punteggiate qua e là da un controllo o da un dribbling capaci di far sgranare gli occhi, ma che alla bellezza non hanno mai accompagnato l’incisività.

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