Abbagliante. Questo è stato Angel Di Maria nella sua prima stagione juventina, quando si è acceso. Ecco, quando si è acceso. La precisazione temporale spiega quasi completamente perché la prima stagione juventina del Fideo sarà anche l’ultima, come da contratto, dopo che nei primi mesi dell’anno (non a caso quelli in cui la sua luce ha brillato più a lungo) si era fatta strada l’ipotesi di un rinnovo. Troppo pochi, quei due mesi, per scommettere quasi cinque milioni sul fatto che nella prossima stagione sarebbero diventati molti di più.
Juve-Di Maria, quanto sarebbe costato il rinnovo
Perché quasi cinque milioni? Perché grazie a un’opzione di rinnovo, se la Juventus e Di Maria avessero prolungato il loro legame la società bianconera avrebbe potuto accedere ai benefici del decreto crescita non solo per la prossima stagione, ma anche per quella che si sta per concludere (è necessario un contratto di almeno due anni). Avrebbe cioè pagato le tasse non sull’intero stipendio lordo dell’argentino, ma sulla metà: versare 6 milioni netti all’ex Psg le sarebbe costato poco meno 8 milioni lordi a stagione, dunque poco meno di 16 milioni per due stagioni, anziché poco più di 11 per una sola. Avere per un’altra stagione il Di Maria di inizio anno - 7 gol e 3 assist in 14 presenze tra il 13 gennaio e il 9 marzo - pagando circa 4,8 milioni in più di quanto la Juventus dovrà comunque pagare per l’annata che sta per chiudersi, sarebbe stato un’affare allettante anche sapendo di dover fare i conti con un budget ridotto. Dopo il gol al Friburgo del 9 marzo, però, il Fideo ha collezionato altre 14 presenze senza gol né assist e con prestazioni quasi sempre deludenti, punteggiate qua e là da un controllo o da un dribbling capaci di far sgranare gli occhi, ma che alla bellezza non hanno mai accompagnato l’incisività.