Juve-Superlega: Al-Khelaifi e l'Uefa hanno gradito l'inchino

L’abiura al progetto, avvenuta con un comunicato diramato martedì, è stata accolta bene dal fedelissimo di Ceferin
Juve-Superlega: Al-Khelaifi e l'Uefa hanno gradito l'inchino

«Le persone intelligenti che riconoscono i propri errori sono sempre benvenute. Penso che sia giusto e intelligente da parte loro lasciare la cosiddetta non-così-Super League. Non c’è futuro lì, non c’è progetto, non c’è niente, quindi ha senso tornare in famiglia. È uno spreco di tempo, energia e denaro, e tutto ciò per niente. Quindi è meglio che si concentrino sul club, tornino al vero ecosistema calcistico», ha detto Al-Khelaifi, riferendosi alla lettera spedita dalla Juventus a Real Madrid e Barcellona nei primi giorni della settimana. Una lettera nella quale annunciava di voler avviare un discorso con loro per provare a trovare una via per lasciare la Superlega: di fatto un annuncio indiretto che lascerà la Superlega (meccanismo complicato, peraltro, tant’è che tranne l’Inter, che ha goduto di una condizione particolare, nessuno dei club fondatori ha ancora completato l’iter per l’abbandono della società, nonostante l’annuncio. Ma a Nasser Al-Khelaifi e a Ceferin basta esprimere in modo chiaro l’intenzione di mollare il progetto e si torna «in famiglia».

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Juve, l'abiura al progetto Superlega

L’abiura al progetto, avvenuta con un comunicato diramato martedì, d’altra parte è finalizzata proprio a quell’obiettivo: tornare simpatici ai vertici dell’Uefa, dopo che questi hanno spiegato senza troppi giri di parole che, qualora la Juventus fosse rimasta nella Superlega, i giudici avrebbero avuto una mano più pesante nei suoi confronti; viceversa, tutto sarebbe stato risolto con maggiore serenità d’animo. E i giudici Uefa dovranno decidere se applicare degli effetti ulteriori alle sentenze italiane e rimettere mano ai calcoli dell’accordo sui conti (il settlement agreement) chiuso lo scorso anno: insomma, con la logica mai troppo rigorosa della giustizia sportiva, può (o poteva?) succedere davvero di tutto, compresa la squalifica per tre o cinque anni dalla Champions League, con il risultato di una “quasi morte” del club, impossibilitato a non ricevere per cinque anni i soldi della Champions. Ecco perché gli avvertimenti fatto recapitare alla Continassa da Nyon hanno avuto l’effetto sperato. L’idea della nuova dirigenza, come è accaduto in sede di giustizia sportiva italiana, è quella di esaurire nel più breve tempo possibile tutti i procedimenti giudiziari, per poter ricominciare senza strascichi di alcun tipo nella prossima stagione e non mettere a rischio la partecipazione alla Champions League 2024-25, che peraltro sarà la più ricca e munifica della storia, con il nuovo contratto televisivo.

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Juve, placata "l'ira" di Ceferin? Ma la Superlega va avanti...

La genuflessione con francobollo spedita a Nyon via Barcellona e Madrid doveva servire a placare la sete di vendetta di Ceferin e potrebbe essere servita, visto il segnale di Al-Khelaifi. Nel frattempo la Superlega va avanti: da luglio in poi, ogni giorno sarà buono per il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea sull’ipotesi che l’Uefa sia un monopolio che abusa della sua posizione. Quel parere della Corte (che sarà vincolante per tutti gli Stati membri) potrebbe stravolgere il calcio europeo come una nuova legge Bosman oppure lasciare tutto com’è. È logico che nella prima ipotesi, il progetto Superlega passerebbe alla fase operativa. E la Juventus? Se volesse iscriversi, ovviamente, potrebbe, solo senza i privilegi dell’essere membro fondatore.

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