Che cosa significa in termini di responsabilità avere la famiglia Agnelli alle spalle?
«Io ho avuto l’enorme privilegio di conoscere tanti componenti della famiglia Agnelli. Confrontarmi con l’Avvocato, il dottor Umberto, Andrea e donna Allegra è stato qualcosa di unico e speciale: averli alle spalle è un grande salvagente. E sono convinto che più sei in alto e più sei umile: chi fa il fenomeno crolla dopo un paio di stagioni».
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Che ne pensa di questa stagione?
«Per ripartire servono idee chiare e un progetto: c’è da ricostruire una casa e bisogna partire dalle fondamenta. Non guardiamo alle tende o ai quadri, ma alle colonne portanti: chi la costruisce, chi la guida, chi sta vicino ai giocatori, quali giocatori prendere. L’ultima Juve non è stata disastrosa ma sicuramente non sufficiente: non ha mai espresso un bel gioco. E il -10 non deve essere un alibi per mascherare altro: la Juve non puoi prendere 4 gol a Empoli. Saranno stati anche scioccati per la sentenza a mezz’ora dall’inizio, ma proprio per quello devi scendere in campo e ribaltare gli avversari. Almeno, noi avremmo fatto così. Mentre Inter e MIlan hanno l’ossatura della futura squadra, alla Juve ancora manca. Allegri è stato lasciato solo, servono figure come Del Piero e Giuntoli che portino entusiasmo».