Aldo Spinelli, oggi, siede in platea, osservando con attenzione quel palco su cui è stato protagonista per quasi mezzo secolo. Tredici anni da presidente sulla sponda rossoblù di Genova, lì dove ha messo radici e dove vive anche la famiglia di Cristiano Giuntoli. E ventun anni alla guida del Livorno, lì dove è nato un rapporto sincero con Massimiliano Allegri. «Un’accoppiata di ferro: con loro tornerà la Juventus che vince. E che fa affari fuori dal campo, comprando a poco e rivendendo a tanto».
Aldo Spinelli, nel mondo del calcio ne ha vissute tante: che cosa farebbe, oggi, se fosse il presidente della Juventus?
«Esattamente quello che ha fatto la Juventus, mi sarei fiondato su Giuntoli. È un gran conoscitore del mercato, un dirigente che sa spendere bene e che sa anche guidare nella giusta direzione le società per cui lavora: è il miglior investimento che il club bianconero potesse fare in questo momento, il vero colpo di mercato dell’estate in Serie A».
Una sessione di mercato “alla Giuntoli” è quello che serve alla Juventus per ritrovare la retta via?
«La società, affidandosi a lui, ha la certezza di pescare bene dal mazzo e di farlo senza spendere cifre folli. Poi, certo, non si può pensare di fare un grande mercato senza mettere mano al portafogli: come si suol dire, servono le palanche! Ma il club bianconero ha il vantaggio di avere un ampio parco giocatori e tanti giovani con cui poter, anche, monetizzare».