Juve, i conti tra paletti Uefa e mancati introiti: aumento di capitale?

Il club deve trovare l’accordo sui requisiti dei bilanci 2023-25 per evitare gli ulteriori 10 milioni di multa. Quanto perdono i bianconeri senza i ricavi Champions

Dopo la sentenza di venerdì, è tempo di bilanci e infatti la Juve fa di conto. Entro il 30 settembre la Juventus dovrà pagare 2 dei dieci milioni di multa dell’Uefa, mentre i restanti otto saranno decurtati dai premi delle Coppe a cui parteciperà nelle prossime due stagioni e dal contributo di solidarietà: qualora la squadra di Massimiliano Allegri non dovesse qualificarsi o gli incassi non fossero sufficienti, la parte restante dovrà essere saldata entro il 30 settembre 2025.

Ma restano in ballo gli ulteriori dieci milioni, ammenda inflitta con la condizionale: saranno richiesti soltanto se i bilanci 2023, 2024 e 2025 non risulteranno conformi ai requisiti contabili stabiliti con l’Uefa. Ed è su questo terreno che la Juventus ha fornito un’impegnativa garanzia a Nyon: dopo aver cancellato il pregresso, ovvero il settlement agreement del 31 agosto 2022, e sbandierato la volontà di bilanci virtuosi e sostenibili, dovrà dimostrarlo con i fatti.

Juventus, i paletti dell'Uefa

Ma quali paletti contabili l’Uefa imporrà alla Juventus? I dieci milioni non saranno legati al Fair Play classico a cui devono attenersi tutte le società e ai tre capisaldi Uefa di stabilità, solvibilità e costi. Il presidente bianconero Gianluca Ferrero e l’ad Maurizio Scanavino, infatti, devono ancora trovare l’accordo operativo con il governo del calcio europeo per delimitare il terreno entro cui gestire il bilancio delle stagioni in questione: le sensazioni sono buone, anche perché l’Uefa terrà conto della perdita pesantissima di ricavi determinata dalla mancata partecipazione alla Champions, situazione che fatalmente determina uno squilibrio tra entrate e costi. Ma il “paracadute” durerà solo una stagione: vitale evitare che quegli introiti manchino ancora. Più che l’esclusione dalla Conference League, a pesare sul bilancio del club sarà infatti la mancata partecipazione alla Champions.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juve e i ricavi dalla Champions

Se Roma e Fiorentina dalla minore delle Coppe si sono portate a casa nelle ultime due edizioni, in cui entrambe hanno raggiunto la finale (i giallorossi l’hanno pure vinta), tra i 18 e i 20 milioni, botteghino escluso, negli ultimi undici anni consecutivi di Champions la Juventus ha ottenuto ricavi medi per 80 milioni a stagione. A cui occorre aggiungere i milioni di ricavi dal botteghino (intorno ai 10-12 milioni) oltre ai bonus che gli sponsor di maglia non verseranno: per Jeep la cifra dovrebbe aggirarsi sui 4 milioni (41 anziché 45), mentre nel contratto di Adidas, che destina 51 milioni a stagione alla Juventus, non viene quantificata la cifra, ma, si legge, «prevede alcuni meccanismi di riduzione del corrispettivo fisso. Il contratto può essere risolto da Adidas, tra l’altro, nel caso in cui Juventus non partecipi, in qualsiasi anno durante il periodo contrattuale, alle competizioni internazionali Uefa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juve e l'assenza dalla Champions

Insomma: non ha senso sostenere che la Juve è stata penalizzata di soli 20 milioni perché il conto totale, a causa della penalizzazione che ha tolto il terzo posto e dunque la Champions, tocca i 100 milioni. Numeri che spiegano quanto sia di vitale importanza, per la sopravvivenza economica della Juventus, qualificarsi per la Champions 2024-25. E’ vero che la semestrale 2022-23 presenta cifre incoraggianti, con un rosso contenuto di 29,5 milioni, ovvero 82,6 milioni in meno rispetto alla perdita di 112,1 milioni dei primi sei mesi del 2021-22, però il disavanzo finale dipenderà molto dall’andamento della campagna trasferimenti e dal contenimento dei costi del monte ingaggio. Ecco perché l’input dato al dt Cristiano Giuntoli e al ds Giovanni Manna è quello di vendere bene prima ancora di comprare.

Juve, aumento di capitale?

I conti definitivi si faranno a settembre, a mercato chiuso, quando la dirigenza bianconera avrà numeri certi e magari già un accordo con l’Uefa sui paletti di bilancio. Solo allora, così, si capirà se servirà un ulteriore capitalizzazione dopo quella di 700 milioni operata tra il 2019 e il 2021. John Elkann, nella conference call sull’andamento del gruppo di fine novembre, aveva escluso aumenti di capitale e la sua posizione non sembra cambiata. Anche dai verbali dell’assemblea dei soci bianconeri, nel gennaio 2023, viene sottolineato che «il Piano Triennale per gli esercizi 2022-23 2024-25 non prevede l’implementazione di aumenti di capitale» ma è evidente che la realtà dei numeri potrà incidere sulla volontà preventiva. L’argomento è tenuto in stand-by, ma con meno certezze rispetto qualche settimana fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo la sentenza di venerdì, è tempo di bilanci e infatti la Juve fa di conto. Entro il 30 settembre la Juventus dovrà pagare 2 dei dieci milioni di multa dell’Uefa, mentre i restanti otto saranno decurtati dai premi delle Coppe a cui parteciperà nelle prossime due stagioni e dal contributo di solidarietà: qualora la squadra di Massimiliano Allegri non dovesse qualificarsi o gli incassi non fossero sufficienti, la parte restante dovrà essere saldata entro il 30 settembre 2025.

Ma restano in ballo gli ulteriori dieci milioni, ammenda inflitta con la condizionale: saranno richiesti soltanto se i bilanci 2023, 2024 e 2025 non risulteranno conformi ai requisiti contabili stabiliti con l’Uefa. Ed è su questo terreno che la Juventus ha fornito un’impegnativa garanzia a Nyon: dopo aver cancellato il pregresso, ovvero il settlement agreement del 31 agosto 2022, e sbandierato la volontà di bilanci virtuosi e sostenibili, dovrà dimostrarlo con i fatti.

Juventus, i paletti dell'Uefa

Ma quali paletti contabili l’Uefa imporrà alla Juventus? I dieci milioni non saranno legati al Fair Play classico a cui devono attenersi tutte le società e ai tre capisaldi Uefa di stabilità, solvibilità e costi. Il presidente bianconero Gianluca Ferrero e l’ad Maurizio Scanavino, infatti, devono ancora trovare l’accordo operativo con il governo del calcio europeo per delimitare il terreno entro cui gestire il bilancio delle stagioni in questione: le sensazioni sono buone, anche perché l’Uefa terrà conto della perdita pesantissima di ricavi determinata dalla mancata partecipazione alla Champions, situazione che fatalmente determina uno squilibrio tra entrate e costi. Ma il “paracadute” durerà solo una stagione: vitale evitare che quegli introiti manchino ancora. Più che l’esclusione dalla Conference League, a pesare sul bilancio del club sarà infatti la mancata partecipazione alla Champions.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, i conti tra paletti Uefa e mancati introiti: aumento di capitale?
2
La Juve e i ricavi dalla Champions
3
La Juve e l'assenza dalla Champions