Pogba, selfie e sponsor Juve in Usa ma in Italia non basta: ora il campo

Il centrocampista francese fuori causa anche per l'amichevole contro il Real Madrid: rimane aperto lo scenario Arabia Saudita
Pogba, selfie e sponsor Juve in Usa ma in Italia non basta: ora il campo© Juventus FC via Getty Images

ORLANDO - Paul Pogba non ha mai perso il sorriso nemmeno negli Stati Uniti. «Eh certo - potrebbero così malignare le malelingue - è il giocatore più pagato della rosa e praticamente non gioca da più di un anno, esclusa qualche apparizione qua e là», ma non si può sempre ridurre tutto a una questione di soldi. E se anche fosse, è altrettanto vero che il Polpo, che guadagna all’incirca 8 milioni netti a stagione, ne fa guadagnare parecchi al club bianconero anche soltanto con la sua presenza.

Altrimenti sarebbe rimasto a curarsi a Torino, dove avrebbe potuto svolgere il suo percorso di recupero senza problemi, evitando voli intercontinentali. Però, che piaccia o meno, che sia più o meno simpatico all’opinione pubblica, Pogba resta il più cercato dagli sponsor, dai grandi marchi, dai vip, da influencer e social: un suo palleggio con qualche personaggio ripreso dalla videocamera di un cellulare e lanciato nell’etere su qualsiasi piattaforma, è destinato a fare il botto, come dicono i giovani. E pazienza se non gioca e non si sa quando tornerà a giocare: anche solo averlo lì, a disposizione per un selfie o per una pubblicità, è troppo importante per il brand.

Juve, le parole di Allegri su Pogba

La pazienza finora non è mancata nemmeno a Massimiliano Allegri, che anche negli Stati Uniti ha dovuto fare a meno del Polpo in un centrocampo già senza Rabiot e Fagioli (in fase di recupero e pronti per la prima di campionato), un reparto nel quale ha dovuto ripescare Wes McKennie, anch’egli portato negli Usa come testimonial del calcio americano, però pure per esigenze numeriche. Max sulle condizioni fisiche e i tempi di recupero di Pogba ormai ha la risposta pronta: quella data a Orlando è del tutto simile a quella di Santa Clara, nei primi giorni di ritiro. «Al momento non so dire quando Pogba potrà rientrare. Finora ha sostenuto un solo allenamento con la squadra: nemmeno tutto, ma una parte sì. Speriamo che dal 7 agosto possa alzare i ritmi, però per la prima di campionato sarà molto difficile averlo a disposizione. Noi contiamo tutti di poterlo ritrovare il prima possibile».

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Pogba, lo scenario Arabia Saudita

Il 14 maggio Pogba era sceso in campo per la prima volta da titolare, ma aveva dovuto arrendersi dopo 20 minuti per un problema muscolare, precipitando nuovamente in una spirale dal quale non si è ancora del tutto ripreso: non può ancora forzare, per evitare altri problemi. E il suo ritorno a pieno regime resta un punto di domanda che condiziona la Juventus nelle scelte, tecniche e di mercato: perché avere Pogba come uomo copertina è un vantaggio, a patto però che sia anche un fattore determinante in campo. Rimane ancora aperto uno scenario, che porta a una soluzione in uscita: in Arabia Saudita le trattative chiuderanno soltanto il 20 settembre, ovvero dopo un mese esatto dall’inizio del campionato.

Una deadline particolarmente importante, perché nel frattempo la Juventus avrà disputato quattro partite di campionato (con Udinese ed Empoli in trasferta, con Bologna e Lazio in casa) e Allegri avrà piena contezza di quale sarà la situazione fisica di Pogba. Vero è che a quel punto il club non avrebbe il mercato aperto per poter sostituire un elemento in partenza, ma nel frattempo Max potrebbe essersi conto che, in fin dei conti, il Polpo non gli serve. Paul ha fatto capire che vorrebbe rimanere alla Juve per dimostrare di essere ancora all’altezza di un certo tipo di calcio, ma certo i petrodollari non gli farebbe perdere l’immancabile sorriso.

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ORLANDO - Paul Pogba non ha mai perso il sorriso nemmeno negli Stati Uniti. «Eh certo - potrebbero così malignare le malelingue - è il giocatore più pagato della rosa e praticamente non gioca da più di un anno, esclusa qualche apparizione qua e là», ma non si può sempre ridurre tutto a una questione di soldi. E se anche fosse, è altrettanto vero che il Polpo, che guadagna all’incirca 8 milioni netti a stagione, ne fa guadagnare parecchi al club bianconero anche soltanto con la sua presenza.

Altrimenti sarebbe rimasto a curarsi a Torino, dove avrebbe potuto svolgere il suo percorso di recupero senza problemi, evitando voli intercontinentali. Però, che piaccia o meno, che sia più o meno simpatico all’opinione pubblica, Pogba resta il più cercato dagli sponsor, dai grandi marchi, dai vip, da influencer e social: un suo palleggio con qualche personaggio ripreso dalla videocamera di un cellulare e lanciato nell’etere su qualsiasi piattaforma, è destinato a fare il botto, come dicono i giovani. E pazienza se non gioca e non si sa quando tornerà a giocare: anche solo averlo lì, a disposizione per un selfie o per una pubblicità, è troppo importante per il brand.

Juve, le parole di Allegri su Pogba

La pazienza finora non è mancata nemmeno a Massimiliano Allegri, che anche negli Stati Uniti ha dovuto fare a meno del Polpo in un centrocampo già senza Rabiot e Fagioli (in fase di recupero e pronti per la prima di campionato), un reparto nel quale ha dovuto ripescare Wes McKennie, anch’egli portato negli Usa come testimonial del calcio americano, però pure per esigenze numeriche. Max sulle condizioni fisiche e i tempi di recupero di Pogba ormai ha la risposta pronta: quella data a Orlando è del tutto simile a quella di Santa Clara, nei primi giorni di ritiro. «Al momento non so dire quando Pogba potrà rientrare. Finora ha sostenuto un solo allenamento con la squadra: nemmeno tutto, ma una parte sì. Speriamo che dal 7 agosto possa alzare i ritmi, però per la prima di campionato sarà molto difficile averlo a disposizione. Noi contiamo tutti di poterlo ritrovare il prima possibile».

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