TORINO - La carriera di Paul Pogba è costellata di apici e di pedici. Gli scintillanti scudetti con la Juventus e le meste panchine al Manchester United, il trionfo al Mondiale con la Francia e la scellerata gestione dell’infortunio al menisco, in rigoroso ordine sparso. Ma il francese non aveva mai vissuto giorni difficili come gli attuali. Quando, ai singhiozzi atletici causati da un’intera annata di sostanziale inattività, si è aggiunta la mazzata della sospensione stabilita dal Tribunale Nazionale Antidoping. Non solo: nella giornata di domani, infatti, il Polpo è atteso in Tribunale a Parigi per esporre la propria versione in merito al presunto caso di estorsione nei suoi confronti operato, tra gli altri, dal fratello Mathias. Le prossime ore, intanto, saranno quelle delle controanalisi in seguito alla positività ai metaboliti del testosterone riscontrata in occasione di Udinese-Juventus del 20 agosto, gara inaugurale del campionato bianconero.
Le ricostruzioni degli ultimi giorni hanno permesso a Pogba e al suo entourage di risalire alla causa del sorprendente esito, complice l’assunzione di un integratore suggerito da uno specialista americano legato alla sua famiglia e però vietato in Italia. Ma lo staff del francese non intende rinunciare al diritto a una controprova, anche per evitare – in qualche modo – di presentarsi con una posizione indebolita al via dell’eventuale processo. La richiesta delle controanalisi, che sarebbe scaduta nel pomeriggio odierno, è infatti già stata avanzata.
Pogba, c'era scritto..."Attenzione, doping": integratore Usa preso a Miami