Il Vlahovic vero e le polemiche finte: Juve, un centravanti micidiale

Forse ci eravamo dimenticati di cosa può fare il serbo quando è sereno e sta bene

Dusan Vlahovic è questo. La pubalgia si era presa i suoi muscoli, le pressioni avevano ingarbugliato la sua serenità, il gioco aveva inzuppato il suo istinto e qualche dubbio su chi fosse veramente Vlahovic erano venuti a tutti, Dusan compreso, anzi Dusan per primo (perché il punto debole del ragazzo è sempre stata la fiducia). Dusan Vlahovic, però, è questo: un centravanti micidiale, con potenzialità inespresse tutte da esplorare, anzi da far esplodere, innescandolo con un gioco che gli offra palloni come quelli di ieri pomeriggio.

Vlahovic fa il Vlahovic

E se Dusan Vlahovic fa il Dusan Vlahovic la situazione cambia. Perché mentre l’Inter fracassa il Milan, ribadendo di essere la squadra più attrezzata per vincere lo scudetto, la Juventus acquista sicurezza e si rende conto che può e deve crederci. A patto, naturalmente, di giocare come contro la Lazio. Una Lazio tecnica, ma spaesata, inconcludente nello svilupparsi in orizzontale, ma soprattutto sorpresa di andare a sbattere contro una compattezza così dura. Se la Juventus, come ha detto Dusan, il vero Dusan, gioca con in testa il pensiero di avere un conto in sospeso con il destino, che non dà pace ai bianconeri, e con il sistema, che l’anno scorso li ha centrifugati, allora quella ferocia può colmare il divario con l’Inter e consentire di battere qualsiasi avversario.

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La reazione Juve

Perché sì, scintillano i due meravigliosi gol di Vlahovic e la perla di Federico Chiesa, ma quello che ha colpito della Juventus di ieri è la reazione al gol della Lazio, quando - sul 2-1 - la partita poteva tornare in equilibrio. Nella ringhiante aggressione bianconera per cercare il terzo gol, trovato tre minuti dopo sta tutta lì la differenza con la Juventus della scorsa stagione, la differenza sostanziale. Poi c’è anche quella formale, con il gioco più fluido e frizzante, che non è meno importante se riesce a risollevare l’entusiasmo intorno alla squadra e fra i tifosi.

I prossimi impegni

Il calendario offre alla Juventus due partite, Sassuolo in trasferta e Lecce in casa, che possono dare ulteriore slancio a squadra e ambiente, ma sono altrettante trappole (ne sa qualcosa il Napoli, che ieri ha rischiato di perdere, dando l’impressione che i postumi della Grande Festa e il cambio in panchina abbiano confuso un po’ le idee). Allegri, dunque, dovrà pilotare l’entusiasmo verso la concentrazione, in una settimana psicologicamente difficile da far passare con gli altri che giocano le coppe europee.

Amarezza Sarri

Max non l’ha mai nascosto e l’ha sinceramente ammesso: rosica. Ma la vittoria su Sarri addolcisce le serate davanti alla tv. Sarri, invece, è amareggiato con l’arbitro e non se ne capisce il perché: se il problema è il pallone controllato da McKennie sulla linea laterale, non è neppure una questione di opinioni, ma di prospettiva geometrica: è dentro, senza se e senza ma. Poi, per carità, viviamo in una Repubblica dove il diritto alla polemica è, purtroppo, più fondante di quello al lavoro, quindi nessuno si scandalizza quando si fa un po’ di casino intorno a una qual-sia-si decisione arbitrale. Semmai ci si limita a interrogarsi su quanto siano utili polemiche su un fatto oggettivo. Utili al povero calcio italiano, ma soprattutto alla Lazio. E ognuno, ovviamente, può costruirsi la sua risposta.

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Dusan Vlahovic è questo. La pubalgia si era presa i suoi muscoli, le pressioni avevano ingarbugliato la sua serenità, il gioco aveva inzuppato il suo istinto e qualche dubbio su chi fosse veramente Vlahovic erano venuti a tutti, Dusan compreso, anzi Dusan per primo (perché il punto debole del ragazzo è sempre stata la fiducia). Dusan Vlahovic, però, è questo: un centravanti micidiale, con potenzialità inespresse tutte da esplorare, anzi da far esplodere, innescandolo con un gioco che gli offra palloni come quelli di ieri pomeriggio.

Vlahovic fa il Vlahovic

E se Dusan Vlahovic fa il Dusan Vlahovic la situazione cambia. Perché mentre l’Inter fracassa il Milan, ribadendo di essere la squadra più attrezzata per vincere lo scudetto, la Juventus acquista sicurezza e si rende conto che può e deve crederci. A patto, naturalmente, di giocare come contro la Lazio. Una Lazio tecnica, ma spaesata, inconcludente nello svilupparsi in orizzontale, ma soprattutto sorpresa di andare a sbattere contro una compattezza così dura. Se la Juventus, come ha detto Dusan, il vero Dusan, gioca con in testa il pensiero di avere un conto in sospeso con il destino, che non dà pace ai bianconeri, e con il sistema, che l’anno scorso li ha centrifugati, allora quella ferocia può colmare il divario con l’Inter e consentire di battere qualsiasi avversario.

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