TORINO - Alla notizia che il Cda della Juventus, riunitosi ieri alla Continassa sotto la presidenza di Gianluca Ferrero, ha posticipato di quindici giorni l’approvazione del bilancio 2022-23, molti soci bianconeri avranno avuto i brividi lungo la schiena.
Ancora vividi i ricordi di ciò che è accaduto negli ultimi tre mesi dell’anno scorso quando il Cda approvò regolarmente il bilancio a settembre, ma la successiva assemblea dei soci slittò due volte, dal 28 ottobre al 23 novembre poi, infine, al 27 dicembre, perché fu necessario rivedere i conti sulle base delle richieste Consob, alla luce dell’inchiesta Prisma, e nel frattempo, nel mezzo della bufera giudiziaria, arrivarono pure le dimissioni del presidente Andrea Agnelli e dell’intero consiglio di amministrazione.
Cda, il posticipo è solo tecnico
Adesso dal quartiere generale della Continassa assicurano che all’orizzonte non ci sono tempeste, che la Juventus naviga in acque calme e che si è trattato soltanto di un posticipo squisitamente tecnico per fare al meglio le cose: il nuovo Cda, che si è insediato il 18 gennaio ed è composto oltre che dal presidente, dall’ad Scanavino, dalla commercialista Fioranna Negri, dall’avvocato Laura Cappiello e dal manager Diego Pistone, ha voluto prendersi un po’ più di tempo per riguardare i conti e perfezionare la relazione, alla luce degli occhi vigili della Consob, prima di approvare il suo primo bilancio. Ragioni straordinarie, con la richiesta di un supplemento di documentazione legata al calciomercato per essere ancora più rigorosi.