Da Allegri riceveva indicazioni, da Magnanelli palloni: e lui, Andy Selva, trasformava le une e gli altri in gol. Undici per trascinare il Sassuolo alla vittoria del Girone A di Serie C1 e alla prima promozione in Serie B, uno per mettere la firma anche sulla vittoria della Supercoppa di Lega Pro, tutto nel 2007-08. A Sassuolo da allenatore avversario Allegri è ormai tornato tante volte, oggi però sarà la prima con Magnanelli, rimasto in neroverde come giocatore fino al 2022 e nello staff di Dionisi fino a pochi mesi fa.
E Andy Selva, ora anche lui allenatore (l’anno scorso con il Tre Fiori in Conference League ottenne la prima vittoria esterna di un club di San Marino in Europa), guarderà la sfida combattuto: «Spero in un pareggio, lo faccio sempre quando si affrontano squadre e persone a cui tengo».
Che ricordo ha di quella stagione in cui vinceste campionato e Supercoppa di Lega Pro?
«Bellissimo. L’anno prima avevamo perso ai playoff, con Remondina in panchina, ma il presidente ci rincuorò dicendo “Vinciamo il prossimo anno” e così è stato. L’anno con Allegri è stato una cavalcata strepitosa, ma anche con un momento di difficoltà a circa due mesi dalla fine: perdemmo due scontri diretti in casa e da primi ci ritrovammo se non sbaglio terzi. Allegri ci disse “Non vi preoccupate, io sono sereno: questo campionato noi lo vinciamo”. E lo abbiamo vinto con una giornata di anticipo. Questo fa capire i mezzi morali che lui aveva già e quelli tecnici che aveva la squadra. Allegri lo avevo avuto anche alla Spal: aveva la capacità di leggere le situazioni e di vedere le cose prima degli altri, oltre a quella di dare grande serenità nei momenti difficili. Che avrebbe fatto carriera si capiva anche da come i calciatori rispondevano alle sue richieste: farsi capire a tanti risulta difficile, a lui no».