Liviero, scuola Juve e gol da ex: Del Piero, l'Europa e sogno Torres

La chiamata di Delneri e il lungo viaggio tra B e C: al Moccagatta è stata la giornata speciale del classe 1993
Liviero, scuola Juve e gol da ex: Del Piero, l'Europa e sogno Torres

"Se lavori duramente, sarai ricompensato. Non ci sono scorciatoie nella vita". Da Michael Jordan a Matteo Liviero, il pensiero non cambia. La mentalità di uno dei più grandi giocatori della storia dell'NBA a farla da padrone nella vita e sui social per l'esterno della Torres. Il basket come passione ma al pallone a spicchi, Matteo ha sempre preferito quello da calcio. Una promessa sin da giovanissimo e un talento su chi la Juventus ha puntato fino a 19 anni. Nove anni in bianconero tra lavoro, gioie e sogni. L'esordio con la prima squadra in Europa, Del Piero come capitano e Delneri in panchina. Poi ancora il Torneo di Viareggio e il salto nel calcio dei grandi tra B e C. Dalla luce dell'Olimpico di Torino al buio di Pisa, ha superato diversi ostacoli, infortuni pesanti e rischiosi, ora sogna con la sua Torres. Suo è stato il gol contro la Next Gen: proprio lui, da ex, a far male al suo primo amore. 

Liviero: l'Europa, Del Piero e il Viareggio. La storia

10 novembre 2010. Una data che Matteo Liviero non ha dimenticato e non lo farà mai. La chiamata di Delneri e l'esordio in Europa: l'inizio del sogno. Un punto di partenza ad appena 17 anni. Non ha ancora preso la patente ma in campo ha saputo guidare con carisma e qualità le squadre giovanili della Juve. Poi i 30' al fianco di Del Piero, Marchisio. Idoli e campioni con il bianconero addosso. Punti di riferimento da seguire, inseguire e da cui imparare per costanza, dedizione e impegno.

Le emozioni alla Juve, però, non sono finite qui perché lui resta uno dei punti cardine della Primavera con cui a 19anni ha vinto il Torneo di Viareggio: lui a sinistra e Spinazzola a destra. Tutto sembra provedere per il meglio, poi è arrivato lo svincolo: gioie e dolori, le emozione nel calcio possono essere un vortice positivo ma anche negativo. "Se lavori duramente sarai ricompensato" il mantra da seguire, lo dice Jordan. Così è iniziato il viaggio nel calcio dei grandi: dalla Serie B alla C, un lungo girovagare da nord a sud fino ad arrivare sull'isola, alla Torres. 

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Liviero, il buio a Pisa e la luca della Torres

Dopo la Juventus sono state diverse le esperienze del terzino tra i professionisti. La Serie A soltanto sfiorata coi bianconeri e poi il lungo viaggiare per l'Italia: Carpi, Lecce, Juve Stabia, Cittadella, Alma Fano, Monopoli, Vicenza, Imolese, ma la prima tappa è in Umbria a Perugia. Una prima stagione più che positiva, sempre in campo a correre lungo la fascia sinistra, il suo habitat naturale. Tanta corsa e qualità con un mancino pungente. Tutto sembra procedere per il meglio, ma a Pisa c'è stato un attimo di buio. Un contrasto importante che l'ha colpito duramente e ne ha messo a rischio la funzionalità del rene. Tre mesi difficili, di dubbi e di perplessità. Il rischio di dover lasciare il calcio, ma fortunatamente è riuscito a ricevere l'ok per tornare in campo.

Dalla paura alla gioia del primo gol quello con la Juve Stabia qualche anno più tardi. Un percorso fatto di tappe e percorsi, più o meno in salita, fino all'Imolese. Cinque reti in una solta stagione, ma non è riuscito a evitare la retrocessione poi è arrivata la chiamata della Torres. L'aria della Sardegna e un inizio da sogno, e da record. Sei partite, altrettante vittorie e la miglior squadra italiana a livello professionistico. Nei 18 punti dei sardi c'è stato, eccome, anche il suo zampino: prima nel derby contro l'Olbia e poi al Moccagatta contro la Juventus Next Gen. Un vortice di emozioni, dicevamo, le stesse che ha provato Liviero nel pomeriggio del 1 ottobre per lanciare sempre più in vetta la sua Torres.

 

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"Se lavori duramente, sarai ricompensato. Non ci sono scorciatoie nella vita". Da Michael Jordan a Matteo Liviero, il pensiero non cambia. La mentalità di uno dei più grandi giocatori della storia dell'NBA a farla da padrone nella vita e sui social per l'esterno della Torres. Il basket come passione ma al pallone a spicchi, Matteo ha sempre preferito quello da calcio. Una promessa sin da giovanissimo e un talento su chi la Juventus ha puntato fino a 19 anni. Nove anni in bianconero tra lavoro, gioie e sogni. L'esordio con la prima squadra in Europa, Del Piero come capitano e Delneri in panchina. Poi ancora il Torneo di Viareggio e il salto nel calcio dei grandi tra B e C. Dalla luce dell'Olimpico di Torino al buio di Pisa, ha superato diversi ostacoli, infortuni pesanti e rischiosi, ora sogna con la sua Torres. Suo è stato il gol contro la Next Gen: proprio lui, da ex, a far male al suo primo amore. 

Liviero: l'Europa, Del Piero e il Viareggio. La storia

10 novembre 2010. Una data che Matteo Liviero non ha dimenticato e non lo farà mai. La chiamata di Delneri e l'esordio in Europa: l'inizio del sogno. Un punto di partenza ad appena 17 anni. Non ha ancora preso la patente ma in campo ha saputo guidare con carisma e qualità le squadre giovanili della Juve. Poi i 30' al fianco di Del Piero, Marchisio. Idoli e campioni con il bianconero addosso. Punti di riferimento da seguire, inseguire e da cui imparare per costanza, dedizione e impegno.

Le emozioni alla Juve, però, non sono finite qui perché lui resta uno dei punti cardine della Primavera con cui a 19anni ha vinto il Torneo di Viareggio: lui a sinistra e Spinazzola a destra. Tutto sembra provedere per il meglio, poi è arrivato lo svincolo: gioie e dolori, le emozione nel calcio possono essere un vortice positivo ma anche negativo. "Se lavori duramente sarai ricompensato" il mantra da seguire, lo dice Jordan. Così è iniziato il viaggio nel calcio dei grandi: dalla Serie B alla C, un lungo girovagare da nord a sud fino ad arrivare sull'isola, alla Torres. 

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