Liviero, il buio a Pisa e la luca della Torres
Dopo la Juventus sono state diverse le esperienze del terzino tra i professionisti. La Serie A soltanto sfiorata coi bianconeri e poi il lungo viaggiare per l'Italia: Carpi, Lecce, Juve Stabia, Cittadella, Alma Fano, Monopoli, Vicenza, Imolese, ma la prima tappa è in Umbria a Perugia. Una prima stagione più che positiva, sempre in campo a correre lungo la fascia sinistra, il suo habitat naturale. Tanta corsa e qualità con un mancino pungente. Tutto sembra procedere per il meglio, ma a Pisa c'è stato un attimo di buio. Un contrasto importante che l'ha colpito duramente e ne ha messo a rischio la funzionalità del rene. Tre mesi difficili, di dubbi e di perplessità. Il rischio di dover lasciare il calcio, ma fortunatamente è riuscito a ricevere l'ok per tornare in campo.
Dalla paura alla gioia del primo gol quello con la Juve Stabia qualche anno più tardi. Un percorso fatto di tappe e percorsi, più o meno in salita, fino all'Imolese. Cinque reti in una solta stagione, ma non è riuscito a evitare la retrocessione poi è arrivata la chiamata della Torres. L'aria della Sardegna e un inizio da sogno, e da record. Sei partite, altrettante vittorie e la miglior squadra italiana a livello professionistico. Nei 18 punti dei sardi c'è stato, eccome, anche il suo zampino: prima nel derby contro l'Olbia e poi al Moccagatta contro la Juventus Next Gen. Un vortice di emozioni, dicevamo, le stesse che ha provato Liviero nel pomeriggio del 1 ottobre per lanciare sempre più in vetta la sua Torres.