Chiesa, allarme Juve: il problema in allenamento e le condizioni

Ultime gare giocate senza pause e ora davanti c'è il derby: come sta il gioiello bianconero

Un tiro, un fastidio al muscolo “semimembranoso” (ma non lo sai che il fastidio è in quella zona lì: dovrai aspettare gli esami) e subito lo stop. Per precauzione, perché Federico Chiesa ha imparato ormai ad ascoltare i segnali del proprio corpo e ha subito capito che quel “carico anomalo” al muscolo avrebbe potuto deragliare in un problema assai maggiore se avesse continuato a forzare le giocate. E i tiri, addentellato fondamentale agli allenamenti per chi di mestiere fa l’attaccante. Insomma, a raccontarla senza voler per forza romanzare (che già la realtà basta e avanza), Chiesa che si ferma per un fastidio muscolare a due giorni dal derby è una situazione che alza la tensione al livello massimo nell’ambiente Juventus. Che, ovviamente, ha avviato subito le dinamiche emergenziali: controlli medici e valutazioni. Che, nel tardo pomeriggio, hanno rasserenato l’ambiente perché non è emerso nessun danno muscolare.

Anche Vlahovic a rischio

Un affaticamento, dunque, che non è detto precluda a Chiesa la possibilità di giocare nel derby di domani. Al netto del sollievo, però, certezze ancora non ve ne sono: tutto rimandato a questa mattina quando, nel corso dell’allenamento, verranno testate sui campo le condizioni dell’attaccante: in caso di risposta positiva, Chiesa sarà abile e arruolato per la sfida con il Torino. A quel punto, però, non è escluso che possa partire dalla panchina per lasciare spazio a una inedita coppia Milik-Kean, Sì, perché se le condizioni di Chiesa lasciano spazio a un poco di ottimismo, quelle di Dusan Vlahovic sono assai meno rassicuranti: anche ieri si è allenato a parte e non ha forzato a causa della lombalgia che lo affligge da un paio di settimane e che gli ha fatto saltare anche la convocazione per la gara di Bergamo di martedì scorso.

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Insomma, meglio concentrarsi sulle condizioni di Chiesa per capire se e quando riuscirà a smaltire quello che assomiglia sempre più a un forte affaticamento e che ricorda l’intoppo che lo costrinse, il mese scorso, a rientrare dal ritiro della Nazionale prima della gara contro la Macedonia del Nord e poi quella successiva contro l’Ucraina a Milano. La dinamica, infatti, è molto simile: anche allora la risonanza escluse lesioni muscolari e la diagnosi dunque confermò l’affaticamento. Solo che, allora, l’attaccante potè concedersi quasi due settimane di riposo prima di affrontare la Lazio allo Stadium quando, peraltro, pesò moltissimo sull’economia della sfida.

Chiesa, filtra ottimismo

Adesso, invece, gli restano 48 ore scarse per poter smaltire le fatiche generate da una intensità recente tutt’altro che banale. Chiesa, infatti, è tra gli juventini sempre presenti in queste prime sette giornate di campionato, e se nei primi 4 turni Allegri gli aveva risparmiato dai 10 ai 15 minuti finali sostituendolo, nelle ultime tre partite lo ha sempre tenuto in campo, compresa la sfida ad alto tasso fisico di Bergamo contro l’Atalanta. Un impegno, quest’ultimo, che ha determinato un notevole dispendio di energie e uno stress muscolare per un giocatore che, come Chiesa, non si risparmia mai nel pressing quanto nelle ripartenze e che a Bergamo ha rappresentato il punto di riferimento principale di un attacco che, privo sia di Milik sia di Vlahovic, con Kean non disponeva di un attaccante che nelle sue corde avesse la capacità di tenere palla e far salire la squadra.

Così Chiesa si è sacrificato moltissimo anche in copertura e, evidentemente, le tossine si sono accumulate lasciandogli qualche residuo di fatica. Già nella tarda serata di ieri, però, l’ottimismo era corroborato da sensazioni più solide e la sua presenza del derby non era data in dubbio. Se dall’inizio o in panchina, è un altro discorso. Ma chissà: magari potrebbe essere una chiave di volta decisiva, quella di poter disporre di Chiesa nell’ultima mezzora, quando le squadre si allungano e gli spazi si allargano. Oggi ne sapremo di più.

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Un tiro, un fastidio al muscolo “semimembranoso” (ma non lo sai che il fastidio è in quella zona lì: dovrai aspettare gli esami) e subito lo stop. Per precauzione, perché Federico Chiesa ha imparato ormai ad ascoltare i segnali del proprio corpo e ha subito capito che quel “carico anomalo” al muscolo avrebbe potuto deragliare in un problema assai maggiore se avesse continuato a forzare le giocate. E i tiri, addentellato fondamentale agli allenamenti per chi di mestiere fa l’attaccante. Insomma, a raccontarla senza voler per forza romanzare (che già la realtà basta e avanza), Chiesa che si ferma per un fastidio muscolare a due giorni dal derby è una situazione che alza la tensione al livello massimo nell’ambiente Juventus. Che, ovviamente, ha avviato subito le dinamiche emergenziali: controlli medici e valutazioni. Che, nel tardo pomeriggio, hanno rasserenato l’ambiente perché non è emerso nessun danno muscolare.

Anche Vlahovic a rischio

Un affaticamento, dunque, che non è detto precluda a Chiesa la possibilità di giocare nel derby di domani. Al netto del sollievo, però, certezze ancora non ve ne sono: tutto rimandato a questa mattina quando, nel corso dell’allenamento, verranno testate sui campo le condizioni dell’attaccante: in caso di risposta positiva, Chiesa sarà abile e arruolato per la sfida con il Torino. A quel punto, però, non è escluso che possa partire dalla panchina per lasciare spazio a una inedita coppia Milik-Kean, Sì, perché se le condizioni di Chiesa lasciano spazio a un poco di ottimismo, quelle di Dusan Vlahovic sono assai meno rassicuranti: anche ieri si è allenato a parte e non ha forzato a causa della lombalgia che lo affligge da un paio di settimane e che gli ha fatto saltare anche la convocazione per la gara di Bergamo di martedì scorso.

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