TORINO - È stato un massaggio all'anima del popolo bianconero, un viaggio nella memoria che ha scavato nei ricordi di ogni tifosi, sorrisi e lacrime che si sono accavallati, forse qualche tuffo al cuore, come quando si rivede una vecchia fidanzata e si scopre che non è mai passata del tutto. Il calcio è un gioco meraviglioso perché può raggrumare in gola emozioni provate lungo tutta una vita e una serata come quella di ieri è stata una celebrazione laica di un sentimento sacro come l'amore.
Quello della famiglia Agnelli, da cento anni proprietaria del club, e quello dei tifosi, così granitico da resistere a tutto e che ieri era fatto di decibel, abbracci e occhi sognanti. L'ovazione a Del Piero è stata il botto più rumoroso: per lui, un giorno, si è alzato il Santiago Bernabeu (e fra il pubblico c'era pure un certo Maradona), un palazzetto non può fargli effetto, ma a quarantotto anni, diciannove dei quali dedicati alla Juventus, un po' di emozione l'ha provata nel vedere la standing ovation dei settemila che gridavano il suo nome e si spellavano le mani dagli applausi.
Il ricordo di Vialli, le emozioni di Platini e Zidane
Il ricordo di Vialli è stato, invece, il momento più commovente. Al nono minuto della partita delle leggende si sono fermati tutti e il vecchio coro che la curva bianconera aveva dedicato a Gianluca ha riempito l'aria e i cuori. Poi certo, c'è stata la sfilata di alcuni dei giocatori più grande della storia del calcio, non solo della Juventus, e Michel Platini avrà assorbito l'amore e gli applausi dopo anni travagliati. Zinedine Zidane non ha saputo trattenere l'emozione dietro il suo sorriso timido e la classe infinita sul campo, dove ha disegnato gli arabeschi di un tempo, dialogando con vecchi compagni e giocatori che avevano il suo poster in camera. Peruzzi (un paio di grandi parate) e Di Livio (un paio delle sue finte, anzi della sua finta: sempre quella) si sono presi in giro come quando giocavano. Davids non ha dimenticato di indossare i suoi occhialoni e neppure i suoi giochini con il pallone. Montero ha provato a fare la faccia truce, ma quando ha risentito tutto l'affetto del popolo juventino si è sciolto (solo un pochino, eh) pure lui.