Altafini controcorrente sul vantaggio Juve: “Conta poco. Cosa manca? Un Agnelli”

Parola di José: “Non sono d’accordo con Marotta e Pioli. Vlahovic deve diventare più continuo, uno da un gol a partita"

La super sfida di stasera a San Siro è la sua gara. In rossonero ha vinto 2 volte lo Scudetto (1959 e 1962) più una Champions League con tanto di doppietta in finale al Benfica nel 1963; mentre con la Vecchia Signora si è tolto la soddisfazione di conquistare 2 tricolori (1973 e 1975) quando tanti addetti ai lavori l’avevano già bollato, precipitosamente, sul viale del tramonto. Tanto da far entrare nei libri di storia calcistici la rete all’Altafini, ovvero andare a segno e risultare decisivo entrando a gara in corso. D’altronde Josè è sinonimo di gol con i suoi 216 centri in Serie A, che lo collocano nella Top 5 di tutti i tempi dei marcatori del nostro campionato.

Josè, è un match da scudetto?

"È presto. Questo Milan-Juve non sarà decisivo per la vittoria del campionato. Gli scontri diretti non determinano mai chi arriva primo. Lo scudetto si vince contro le piccole: in quelle partite si perdono punti pesanti, che fanno poi la differenza all’interno di una stagione".

Chi vede candidata al titolo?

"Metto le due milanesi e la Juve. Il tricolore quest’anno non uscirà dalla Milano-Torino".

Allegri parla però di obiettivo quarto posto per i bianconeri…

"La Juve sta facendo abbastanza bene. La vedo molto solida dietro e davanti ha comunque giocatori importanti. Possono dire la loro fino alla fine anche per il primo posto".

Marotta e Pioli hanno, invece, indicato nella Juve la grande favorita per la vittoria del campionato, dato che non gioca le coppe europee. È d’accordo?

"Per nulla. Non partecipare alle coppe non è così determinante. Quello che conta è non perdere troppi giocatori per infortunio e quelli li sta avendo anche la Juventus, perciò alla fine giocare o meno la Champions conta poco da questo punto di vista".

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Diamo uno sguardo ai bomber. Il Milan si aggrappa al 37enne Giroud.

"Spesso il francese non si nota all’interno della partita, ma i grandi goleador sono così. Possono giocare 89 minuti male, poi arriva mezza palla buona e fanno gol. Quando gli capita un’occasione, Giroud va sempre segno. È una garanzia".

Un po’ come faceva lei negli anni in bianconero…

"È vero. Entravo a gara in corso dalla panchina, toccavo un paio di palloni e facevo gol. Che soddisfazioni a 35 anni suonati…".

L’attuale 9 juventino Vlahovic a Torino non è ancora riuscito ad esplodere del tutto…

"Vlahovic merita fiducia, ha le stimmate del grande attaccante e importanti potenzialità. Deve però diventare più continuo, uno da un gol a partita".

Con chi le sarebbe piaciuto giocare dei ventidue in campo stasera?

"Scelgo Leao. Dribbla e salta l’uomo, ormai lo fanno in pochi nel calcio di oggi. Il Milan deve affidarsi a lui e puntarci forte. Rafa fa la differenza. In questo momento è il migliore giocatore in Serie A. Solo altri due-tre sono decisivi come lui".

A chi si riferisce?

"A Lukaku e Lautaro Martinez. Sono tra i pochi a essere determinanti da soli. Non cito Osimhen solo perché adesso è infortunato, ma voglio dire una cosa…".

Prego.

"Questi cannonieri devono restare in campo tutta la partita, a loro basta mezza occasione per creare la giocata decisiva e farti vincere la gara. Mi sembrava inspiegabile che spesso Garcia togliesse il nigeriano durante il secondo tempo e con il risultato del Napoli ancora in bilico…".

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Tra gli attuali difensori di Milan e Juve chi avrebbe potuto crearle maggiori grattacapi?

"Dico Tomori. È ritornato ai livelli dell’anno dello scudetto dopo qualche mese in chiaroscuro".

Stasera peseranno di più le assenze di Maignan e Theo Hernandez nei rossoneri o quelle di Danilo e Fagioli nella Vecchia Signora?

"Sono tutti giocatori importanti, ma quelle di Maignan e Theo sono più determinanti. E questo può alla lunga aiutare la Juve a far risultato stasera".

Al posto di Chiesa da titolare potrebbe giocare Milik dal primo minuto. Possono giocare insieme due prime punte come lui e Vlahovic?

"Il polacco e Vlahovic possono coesistere, li vedo bene come coppia. Milik, quando gioca risponde sempre presente. Sia dall’inizio sia come subentrante. E poi fare gol è come andare in bicicletta, non si dimentica mai…".

Che differenza c’è tra la Juventus di oggi e quella dei suoi tempi?

"Nella Juve di oggi manca il carisma degli Agnelli. Mi riferisco all’ironia dell’Avvocato Gianni Agnelli e all’intuito del Dottore Umberto. Erano figure uniche. Per il resto, oggi come allora, la Juve è un punto di riferimento per tutti, così come il tifoso bianconero resta sempre appassionatissimo e presente dappertutto".

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La super sfida di stasera a San Siro è la sua gara. In rossonero ha vinto 2 volte lo Scudetto (1959 e 1962) più una Champions League con tanto di doppietta in finale al Benfica nel 1963; mentre con la Vecchia Signora si è tolto la soddisfazione di conquistare 2 tricolori (1973 e 1975) quando tanti addetti ai lavori l’avevano già bollato, precipitosamente, sul viale del tramonto. Tanto da far entrare nei libri di storia calcistici la rete all’Altafini, ovvero andare a segno e risultare decisivo entrando a gara in corso. D’altronde Josè è sinonimo di gol con i suoi 216 centri in Serie A, che lo collocano nella Top 5 di tutti i tempi dei marcatori del nostro campionato.

Josè, è un match da scudetto?

"È presto. Questo Milan-Juve non sarà decisivo per la vittoria del campionato. Gli scontri diretti non determinano mai chi arriva primo. Lo scudetto si vince contro le piccole: in quelle partite si perdono punti pesanti, che fanno poi la differenza all’interno di una stagione".

Chi vede candidata al titolo?

"Metto le due milanesi e la Juve. Il tricolore quest’anno non uscirà dalla Milano-Torino".

Allegri parla però di obiettivo quarto posto per i bianconeri…

"La Juve sta facendo abbastanza bene. La vedo molto solida dietro e davanti ha comunque giocatori importanti. Possono dire la loro fino alla fine anche per il primo posto".

Marotta e Pioli hanno, invece, indicato nella Juve la grande favorita per la vittoria del campionato, dato che non gioca le coppe europee. È d’accordo?

"Per nulla. Non partecipare alle coppe non è così determinante. Quello che conta è non perdere troppi giocatori per infortunio e quelli li sta avendo anche la Juventus, perciò alla fine giocare o meno la Champions conta poco da questo punto di vista".

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