Il frame preciso e l'errore su Kean
“L’operatore deve controllare che la tecnologia abbia scelto il frame corretto”. Proprio nell'ultima frase di Gervasoni c’è la chiave dell’errore commesso in fase di valutazione dell’episodio, che viene smascherato dalla messa in onda dell’audio delle conversazioni Var. Si sente una voce femminile, probabilmente tecnica e non arbitrale, che mostrando tutte le immagini prova ad avvisare i responsabili: “Se prendo il frame scelto dalla tecnologia è offside, se vado indietro di uno è buono”, esplicita la voce mostrando anche il frame precedente, che appare inequivocabilmente come più corretto nel valutare quando Bremer colpisce per la prima volta il pallone. Ma chi decide non si prende la responsabilità di andare a correggere la tecnologia e manda a Feliciani la decisione sul frame che vede Bremer già quasi in fase di liberarsi della sfera. Ricordiamo che il fuorigioco semiautomatico si basa, secondo quanto dichiarato da chi lo produce, su una approssimazione di mezzo secondo nella scelta del fotogramma. In un secondo di video ci sono 25 fotogrammi. Al ralenty probabilmente anche il doppio. Questo il motivo per il quale nel lancio della nuova tecnologia ai mondiali c’era qualcosa che incrementasse la precisione del frame scelto: il chip nel pallone per scegliere l’esatto momento del contatto con la sfera di chi calcia, che è da regolamento il momento in cui si valuta la posizione di offside o meno. E in Serie A al momento non c’è.