Pazienza. Certo, l’appetito vien mangiando e una volta conquistata la prima convocazione in Nazionale, per giunta con tanto di elogi non banali da parte di Luciano Spalletti, poi confermati dalle prove sul campo, Andrea Cambiaso sicuramente aspirava anche al debutto azzurro. Che non c’è stato venerdì con la Macedonia del Nord e neppure ieri sera contro l’Ucraina, sfida in cui il bianconero non ha neppure potuto sperare di entrare, visto che alla vigilia era stato escluso dai 23 convocati e dunque l’ha guardata dalla tribuna. Pazienza, appunto: uno che a 17 e 18 anni ha giocato due campionati di Serie D e ora, a 23, è un calciatore della Juventus e adesso anche della Nazionale, sa bene che a perseverare poi gli obiettivi si raggiungono. A patto di avere anche le doti per riuscirci, chiaro, perché la forza di volontà fa miracoli fino a un certo punto. Doti che a Cambiaso ovviamente non mancano e sono doti particolari, non solo importanti.
"Cambiaso conosce il calcio"
«Conosce il calcio» , ha detto di lui Spalletti commentando la sua convocazione, una frase spesso usata anche da Massimiliano Allegri (ad esempio quando nel 2018 elogiò un giovanissimo Fagioli: «È un piacere vederlo giocare, perché conosce il calcio» ). Ma cosa significa “conoscere il calcio”? «Conosce i tempi di gioco, sa come ci si smarca, quando e come si passa la palla» , la spiegazione data all’epoca da Allegri; «Nel senso che sa giocare in più ruoli - quella recente di Spalletti -. Ormai non c’è più schema tattico rigido: si diluisce nel campo e nello svolgimento dell’azione in base alle conoscenze che si apprendono sul momento, in base a quello che fanno gli avversari, a dov’è la palla. Cambiaso sa prendere notizie importanti in queste situazioni, poi ha due piedi quasi dello stesso livello». Riassumendo, Cambiaso sa trovare la posizione giusta capendo sul momento quale è, riuscendo dunque sia ad approfittare degli spazi che possono crearsi per attaccare, sia a reagire agli imprevisti nella fase difensiva.