Lorenzo Pregliasco è co-fondatore e partner dell’agenzia di ricerche sociali e comunicazione politica Quorum; è direttore del web magazine YouTrend; insegna Strategie elettorali, campaigning e consulenza politica all’Università di Torino e Storytelling politico alla Scuola Holden. Insomma, Lorenzo Pregliasco è la persona a cui chiedere cosa sta succedendo nel mondo della comunicazione politica, nel quale nel giro di una decina di giorni c’è stato il presidente del Senato che ha svelato il suo desiderio di "affossare la Juventus" e un parlamentare (Borghi) che ha detto al TG1 che ci vorrebbe "una commissione parlamentare perché la Juve ruba da cinquant’anni".
Buongiorno Pregliasco, sono tutti impazziti?
"Beh, il calcio è un ambito nel quale si perde un po’ la testa e forse è un po’ il motivo per cui ci piace, la possibilità di perdere la razionalità. Tuttavia l’elemento interessante sulla polemica innescata dalle parole di Borghi è che, parlando di calcio, si possono dire cose che in altri ambiti sarebbero inaccettabili e, parlando della Juventus, si possono dire che non si direbbero di nessun’altra società sportiva. Esiste cioè un doppio standard, è evidente".
Perché i politici prendono queste posizioni così spinte sulla Juventus?
"Credo che sia un fatto sostanzialmente aritmetico: la Juventus è la più amata, con il 30% dei tifosi circa, ma nel restate 70% c’è una fortissima componente di antijuventini, il che fa della Juventus anche la squadra più odiata. In sostanza chi si espone con quel tipo di toni contro il club bianconero sa che infastidirà, anche molto, il 30% dei tifosi, ma nel restante 70% ce ne saranno molti d’accordo e che si identificheranno con l’attacco. La Juventus è polarizzante e come i politici che polarizzano c’è chi li ama e chi li detesta, in mezzo c’è poco. Un po’ come Trump".
De Laurentiis: "Scudetto? Non si può vincere ogni anno se non con gli imbrogli"