Pogba, la strategia difensiva: slittamento e la maxi prova

I legali del centrocampista francese ottengono di spostare almeno di un mese l'udienza del 18 gennaio: la via dell'involontarietà e l'attesa del Polpo

TORINO - Paul Pogba prende tempo per allestire al meglio la propria difesa contro la richiesta della Procura nazionale antidoping che, per lui, ha chiesto una squalifica di 4 anni, ovvero il massimo previsto in questi casi. I legali che stanno assistendo il campione francese in questa non facile battaglia legale hanno ottenuto lo slittamento della data dell’udienza in cui si sarebbe dovuto celebrare a Roma il processo presso il Tribunale Nazionale antidoping. Infatti è stata accettata la loro richiesta per cui l’udienza non si terrà più il 18 gennaio come già calendarizzato, ma dopo il 15 febbraio. Il giorno esatto verrà stabilito prossimamente.

Una prima soddisfazione per gli avvocati del Polpo: evidentemente hanno bisogno di altre settimane per determinare in maniera articolata e completa lo schema difensivo che verosimilmente si baserà anche su prove di carattere scientifico legate al recente storico della fisiologia di Pogba. Il quale, va ricordato, non è stato trovato positivo al testosterone bensì al Dhea, ovvero il pentadeidroepiandrosterone che è un ormone precursore del testosterone. Pogba risultò positivo alle analisi e controanalisi per un esame sostenuto dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, prima di campionato e per le quali è stato sospeso l’11 settembre.

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Pogba, fuori dai giochi in attesa del verdetto

Dunque in attesa del verdetto, il giocatore resta fuori dai giochi in tutti i sensi: non può allenarsi alla Continassa oltre che ovviamente giocare e si è visto, come da contratto e norme attinenti, ridurre lo stipendio al minimo, ovvero circa duemila euro al mese: altro che i quasi 9 milioni di euro a stagione previsti. Ma come si diceva il centrocampista è deciso a lottare sino in fondo per cui, pur di presentarsi con le armi affilate al meglio nel giorno in cui proverà a far valere le proprie ragioni, ha chiesto e ottenuto di posporre il giorno del confronto. Paul combatterà per riabilitare anche il proprio nome e per ottenere giustizia. Pare che la via maestra scelta sia quella di analizzare tutte le sostanze usate e quindi scoprire come il Dhea sia entrato nel suo corpo. Una cosa è certa, sino a quando la questione non sarà risolta non commenterà nulla.

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Pogba, la strategia della difesa

Il tentativo dunque sarà concentrato sull’evidenziare quelle attenuanti oggettive che potranno spiegare come l’assunzione non sia stata intenzionale o volontaria. Del resto il centrocampista non ha mai detto nemmeno alla Juventus di aver assunto una sostanza vietata. Almeno a livello di tempistica il processo quindi slitta di almeno un mese e lo scenario più probabile è che l’udienza sarà unica con conseguente sentenza nel giro di 48 ore. Qualora il verdetto non dovesse soddisfare il francese, che punta all’assoluzione o perlomeno a una riduzione drastica dell’entità della pena richiesta, ecco che i suoi legali avranno la possibilità di fare ricorso al Tas di Losanna ed eventualmente, in ultimissima istanza, alla Corte federale svizzera. Per il momento non gli resta che continuare ad allenarsi nella sua maxi villa in precollina nella speranza di ribaltare una situazione che ai più pare seriamente compromessa.

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TORINO - Paul Pogba prende tempo per allestire al meglio la propria difesa contro la richiesta della Procura nazionale antidoping che, per lui, ha chiesto una squalifica di 4 anni, ovvero il massimo previsto in questi casi. I legali che stanno assistendo il campione francese in questa non facile battaglia legale hanno ottenuto lo slittamento della data dell’udienza in cui si sarebbe dovuto celebrare a Roma il processo presso il Tribunale Nazionale antidoping. Infatti è stata accettata la loro richiesta per cui l’udienza non si terrà più il 18 gennaio come già calendarizzato, ma dopo il 15 febbraio. Il giorno esatto verrà stabilito prossimamente.

Una prima soddisfazione per gli avvocati del Polpo: evidentemente hanno bisogno di altre settimane per determinare in maniera articolata e completa lo schema difensivo che verosimilmente si baserà anche su prove di carattere scientifico legate al recente storico della fisiologia di Pogba. Il quale, va ricordato, non è stato trovato positivo al testosterone bensì al Dhea, ovvero il pentadeidroepiandrosterone che è un ormone precursore del testosterone. Pogba risultò positivo alle analisi e controanalisi per un esame sostenuto dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, prima di campionato e per le quali è stato sospeso l’11 settembre.

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