Giustizia sportiva, le parole di Chiné che fanno arrabbiare i tifosi Juve

Il procuratore federale ha parlato del caso plusvalenze e delle differenze con altre inchieste in occasione del premio “Sport & legalità principi ed etica”

La Juventus di Massimiliano Allegri passerà un Natale sereno al secondo posto in classifica e 40 punti in 17 gare. Un anno fa, allo stesso punto del campionato, erano 37 ma le vicissitudini extracampo avrebbero di lì a poco complicato i piani. La penalizzazione (prima un -15, resistuiti temporaneamente dopo il ricorso al Collegio di garanzia, e infine il -10 arrivato a 20 minuti dalla gara con l'Empoli) per il caso plusvalenze sembra un lontano ricordo in questo momento. Ma un video che circola in queste ore trasmette un po' di inquietudine ai tifosi della Juve.

Il contesto è quello di una premiazione, le parole sono quelle del procuratore federale Giuseppe Chiné. In occasione della prima edizione del premio "Sport & legalità principi ed etica" a Castellabate, Chinè risponde alla domanda di Monsignor Calvosa: "Perché il procuratore federale si è accanito con la Juventus e non con altre società"?

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Chiné, le parole sulla Juve e le indagini

La risposta di Chiné è un elogio al lavoro dei magistrati di Torino, Procura ritenuta non competente dalla Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso dei legali della Juve e spostato il processo a Roma. Queste le parole del procuratore federale, che di fatto sancisce la disparità di trattamento tra la Juventus e altri club: "La Juventus è in gran parte il calcio italiano. Ebbene, la domanda che si fa Don Vincenzo se la sono fatta milioni di tifosi: 'Perché il procuratore federale si è accanito con la Juventus e invece, per esempio, ci sono società come il Napoli - scambio Osimhen -?'. Ecco la risposta è banale naturalmente, però io non parlo come regola. Allora è molto semplice: la Juventus ha avuto un'indagine dalla Procura di Torino; per bravura di quei magistrati, per fortuna di quei magistrati, non lo so, la Procura della Repubblica di Torino ha fatto un'indagine con intercettazioni telefoniche, sequestri e perquisizioni ed è riuscita ad acquisire dei documenti che nessuna altra procura è riuscita ad acquisire sulle altre società coinvolte in questi scambi di calciatori".

"Quindi è ovvio che, avrete letto sulla stampa, ci sono dei documenti in quel processo - che ormai è finito a livello sportivo, la decisione è definitiva, passata in giudicato quindi intangibile nel processo sportivo - quello che c'era sulla Juventus in virtù della bravura dei magistrati di Torino che hanno fatto delle operazioni d'indagine. Come dire: io non l'avevo nei confronti delle altre società. Ci sono ancora delle indagini su altre società su quegli scambi però al momento... Qualche procura ha dovuto archiviare perché non aveva degli elementi, qualche altra sta ancora lavorando, però è ovvio che se io dovessi ricevere dei documenti, degli elementi come ho avuto con la Juventus, io potrei riaprire il processo nei confronti delle altre società. È questo il motivo, è semplice e banale", conclude Chiné.

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La Juventus di Massimiliano Allegri passerà un Natale sereno al secondo posto in classifica e 40 punti in 17 gare. Un anno fa, allo stesso punto del campionato, erano 37 ma le vicissitudini extracampo avrebbero di lì a poco complicato i piani. La penalizzazione (prima un -15, resistuiti temporaneamente dopo il ricorso al Collegio di garanzia, e infine il -10 arrivato a 20 minuti dalla gara con l'Empoli) per il caso plusvalenze sembra un lontano ricordo in questo momento. Ma un video che circola in queste ore trasmette un po' di inquietudine ai tifosi della Juve.

Il contesto è quello di una premiazione, le parole sono quelle del procuratore federale Giuseppe Chiné. In occasione della prima edizione del premio "Sport & legalità principi ed etica" a Castellabate, Chinè risponde alla domanda di Monsignor Calvosa: "Perché il procuratore federale si è accanito con la Juventus e non con altre società"?

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