Diamante Yildiz, i piani mercato Juve vanno rivisti: Kean è più convinto…

In Coppa Italia è arrivato il terzo indizio che fa una prova: Kenan è un campione. E sarà sempre più titolare

TORINO - Fosse un’acqua, sarebbe effervescente naturale. Il “fosse” ha per soggetto Kenan Yildiz, sempre più a suo agio nel ruolo di stella esplosa a illuminare il firmamento bianconero. Anche con il Frosinone un nuovo colpo di classe ad allungare la collezione dei gol capolavoro: la prima rete nella Juventus in assoluto a Frosinone dopo un dribbling in mezzo a tre avversari, poi il gol alla Salernitana in Coppa Italia dopo aver saltato come birilli quattro campani e giovedì sera la prodezza al volo sul lancio telecomandato da quasi trenta metri di Weston McKennie ancora con il Frosinone, ma in Coppa, per il poker con cui la Juventus ha conquistato la semifinale che la vedrà opposta alla Lazio nella sfida con andata e ritorno.

Dunque Yildiz da quando ha avuto la fiducia piena di Allegri anche a livello di minutaggio ha ripagato come meglio sarebbe stato impossibile immaginare. Il diciottenne turco ha così spostato gli equilibri non solo nello spogliatoio, al punto da far sì che Moise Kean si è convinto che l’orientamento del club di mandarlo cinque mesi in prestito non è un’idea così stupida. E infatti l’azzurro sta valutando il da farsi anche perché lo spazio nella seconda parte della stagione sarà risicato con un Yildiz in questa condizione stratosferica. Lo sa anche il suo diretto concorrente, Federico Chiesa, che in teoria è il titolare nel ruolo di seconda punta ma in questo gruppo le azioni dei singoli salgono e scendono manco si fosse alla Borsa di Milano.

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Yildiz, un campione che regala luce pura

Nulla è immutabile con Allegri, abile a tenere tutti sulla corda nel modo giusto: chiunque crede davvero nella possibilità di trovare spazio e far vedere chi è davvero il più bravo. Facile che Yildiz parta titolare anche martedì sera con il Sassuolo. Dunque sta entrando nella storia della Juventus dalla porta principale e nonostante Allegri sia un grande comunicatore, anche lui, quando invita a non esaltarlo troppo il suo ragazzo, non trattiene una piccola smorfia del labbro a far venire fuori un ghigno mal celato. Perché signori questo Yildiz è un campione assoluto, un diamante che ha iniziato a regalare luce pura con le prime tre “facce”, i suoi tre gol juventini.

L’aspetto più sorprendente di questo ragazzo è la semplicità, la naturalezza con cui riesce a mettere in pratica le giocate più difficili. Gli slalom alla Tomba a evitare come paletti in movimento i difensori di Frosinone e Salernitana prima di randellare sul primo palo per due gol da urlo, ma non solo. Merita di esser rivisto alla moviola l’ultima prodezza in Coppa Italia quando spedisce al volo la palla lanciatagli da McKennie dalla destra. Kenan guarda la traiettoria, calcola al centesimo di secondo quando il pallone sarebbe arrivato in zona “calcio” dopo un tragitto di 30 metri e quindi, come un saltatore in lungo, cambia la frequenza dei passi in corsa per arrivare al momento giusto in cui staccare, come se ci fosse l’immaginaria pedana da cui appunto ci si alza dalla pista, per andare in acrobazia al tiro imparabile al limite dell’area piccola.

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La somiglianza con Del Piero e le parole di Allegri

Gol da urlo a scaldare le corde vocali del pubblico infreddolito all’Allianz per un 4-0 che ha fatto godere come matti i tifosi presenti. E a questo punto si può dire con certezza che la gente sceglierà di pagare il biglietto e andare allo stadio anche per vedersi le giocate di questo numero 10 che sì, esulta con la linguaccia alla Del Piero, ma di Alex possiede anche la stessa fantasia oltre che il talento utile per metterla in pratica. A chi chiedeva ad Allegri dopo la vittoria in Coppa Italia e il golasso di Yildiz se sarebbe stato un problema ora lasciarlo in panchina il tecnico livornese rispondeva di “no”, e che "sì, il ragazzo sta facendo bene ma è meglio lasciarlo tranquillo".

Chi comincia a evidenziare in campo un certo nervosismo sono invece i difensori deputati a marcarlo. Il problema è che con lui non rischi solo di vederlo esultare, ma anche di fare brutta figura... Lo sa bene Allegri, che prima di lanciarlo lo ha stimolato e fatto crescere al meglio in 4 mesi di allenamenti con la prima squadra.

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TORINO - Fosse un’acqua, sarebbe effervescente naturale. Il “fosse” ha per soggetto Kenan Yildiz, sempre più a suo agio nel ruolo di stella esplosa a illuminare il firmamento bianconero. Anche con il Frosinone un nuovo colpo di classe ad allungare la collezione dei gol capolavoro: la prima rete nella Juventus in assoluto a Frosinone dopo un dribbling in mezzo a tre avversari, poi il gol alla Salernitana in Coppa Italia dopo aver saltato come birilli quattro campani e giovedì sera la prodezza al volo sul lancio telecomandato da quasi trenta metri di Weston McKennie ancora con il Frosinone, ma in Coppa, per il poker con cui la Juventus ha conquistato la semifinale che la vedrà opposta alla Lazio nella sfida con andata e ritorno.

Dunque Yildiz da quando ha avuto la fiducia piena di Allegri anche a livello di minutaggio ha ripagato come meglio sarebbe stato impossibile immaginare. Il diciottenne turco ha così spostato gli equilibri non solo nello spogliatoio, al punto da far sì che Moise Kean si è convinto che l’orientamento del club di mandarlo cinque mesi in prestito non è un’idea così stupida. E infatti l’azzurro sta valutando il da farsi anche perché lo spazio nella seconda parte della stagione sarà risicato con un Yildiz in questa condizione stratosferica. Lo sa anche il suo diretto concorrente, Federico Chiesa, che in teoria è il titolare nel ruolo di seconda punta ma in questo gruppo le azioni dei singoli salgono e scendono manco si fosse alla Borsa di Milano.

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