Barella via? Inter pensa a Rabiot ma Adrien: no! Juve fiduciosa sul rinnovo

Le strategie di Marotta aggiungono pepe alla sfida con i bianconeri. L’idea non è solo una ripicca per Djaló: è una necessità. Tutti i dettagli
Barella via? Inter pensa a Rabiot ma Adrien: no! Juve fiduciosa sul rinnovo© Juventus FC via Getty Images

MILANO - Un parametro zero tira l’altro. E così l’Inter, dopo essersi assicurata Taremi e Zielinski, si è iscritta alla lista delle pretendenti per Adrien Rabiot. Non è soltanto una manovra di disturbo verso la Juve nei giorni che precedono lo scontro diretto: Marotta e Ausilio - qualora Steven Zhang dovesse riuscire nel rifinanziamento con Oaktree, ma pure in ossequio agli impegni presi con la Uefa in tema di settlement agreement - dovranno, grazie alle cessioni, garantire la liquidità per la stagione: va ricordato che pure un’estate fa, senza la cavalcata in Champions fino alla finale, avrebbero dovuto cedere obbligatoriamente due big per sistemare i conti e finanziare il mercato in entrata (uno entro il 30 giugno e uno dal 1° luglio). Il menù non cambierà, mentre potrebbero essere molto inferiori i proventi in arrivo dalla Uefa, nel caso in cui la squadra non dovesse superare l’ostacolo Atletico Madrid. Per questo motivo chi dirige l’area tecnica ha l’obbligo di captare le potenziali occasioni che presenta il mercato e l’Inter - come dimostra il rendimento nella prima parte di stagione - si è ormai specializzata in questo “gioco a incastri” anche grazie alle certezze tattiche date da Simone Inzaghi che ha “istituzionalizzato” il 3-5-2 e, con esso, il proposito di trovare due titolari perfettamente intercambiabili per ogni ruolo. Per quanto riguarda Rabiot, oltre al suo status di giocatore in scadenza, stuzzica pure il fatto che ormai pure alla Juve abbia metabolizzato lo stesso sistema di gioco che troverebbe a Milano.

Inter-Juventus, curiosità e statistiche

Estero, non tradimento

Non si fa peccato a pensare che Marotta, da navigato dirigente qual è, abbia tutta la convenienza per agitare le acque intorno alla Juventus. Il botta e risposta con Allegri ha tirato in ballo lepri, cacciatori, guardie, ladri e addirittura Sinner e Djokovic. E chissà che quando Marotta ha detto sornione «Ad Allegri risponderemo al momento giusto», non pensasse già al polverone legato a fughe di notizie su un possibile “flirt” tra l’Inter e Rabiot. Mossa che da sé fa venire l’orticaria alla dirigenza della Juventus. Vero è che a latitudini bianconere c’è ottimismo - nonostante la distanza tra richiesta e offerta - sul fatto di trovare un nuovo accordo con mamma Veronique, però il rischio che una mancata stretta di mano possa - almeno teoricamente - spalancare al francese le porte ad Appiano mette senz’altro ancor più pressione a chi sta gestendo la pratica, compreso Allegri che ha in Rabiot il suo lider maximo a centrocampo. Rischi che questo possa accadere? Al momento, al netto dell’irritazione bianconera per le manovre di disturbo arrivate da fronte Inter, pochini. Perché, come sottolineato, i colloqui tra le parti proseguono con la volontà di arrivare alla firma (un po’ quanto sta accadendo per Lautaro Martinez a Milano) inoltre perché Rabiot - qualora dovesse dare l’addio alla Juventus - preferirebbe l’ipotesi estero anche per misurarsi con un altro calcio.

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L’esempio di Tonali

Non resta quindi che spiegare perché l’Inter ha messo gli occhi su Rabiot. Come sottolineato, la volontà di creare un danno alla Juve (nonché un’azione di disturbo in piena lotta scudetto) e uno spirito revanscista per il golpe bianconero su Tiago Djaló (che l’Inter aveva prenotato per giugno) sono tutti buoni motivi per spiegare quanto sta succedendo sull’autostrada Milano-Torino. Però, va ribadita pure con forza la motivazione di fondo che spinge l’Inter a essere sempre e comunque molto attenta al mercato degli svincolati, ovvero quella di farsi trovare sempre pronta nel caso arrivassero offerte irrinunciabili per i propri big. Oppure - come insegna quanto accaduto in estate con Marcus Thuram - per sopperire con giocatori di livello a big che hanno ingaggi troppo pesanti per il monte stipendi (un tema che diverrà ancora più importante in assenza del Decreto Crescita). L’acquisto di Buchanan, tanto per fare un esempio, è stato anticipato per l’infortunio di Cuadrado ma era comunque stato messo in preventivo per l’estate, quando probabilmente verrà sacrificato Dumfries. L’altro titolare che può avere mercato - come insegna l’esempio di Tonali - è Nicolò Barella, centocampista, per caratteristiche fatto e finito per la Premier. Questo (ça va sans dire) non significa che l’Inter voglia vendere Barella. Però - come accaduto con il Newcastle per il milanista - nel caso dovesse arrivare un’offerta da 80 milioni, per accettarla il Marotta dovrebbe avere in mano un sostituto, possibilmente preso a parametro zero.

Rabiot-Barella, sfida Scudetto

Intanto domani sera Rabiot e Barella saranno tra i più attesi nella super sfida con vista scudetto. Entrambi sono stati messi in naftalina negli ultimi tempi per farli arrivare al top al match: Rabiot ha saltato Lecce ed Empoli, mentre a Barella - squalificato a Firenze - è stato consegnato un programma ad hoc per riportarlo al top della forma. Ai due, più che il mercato, interessa uno scudetto da vincere.

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MILANO - Un parametro zero tira l’altro. E così l’Inter, dopo essersi assicurata Taremi e Zielinski, si è iscritta alla lista delle pretendenti per Adrien Rabiot. Non è soltanto una manovra di disturbo verso la Juve nei giorni che precedono lo scontro diretto: Marotta e Ausilio - qualora Steven Zhang dovesse riuscire nel rifinanziamento con Oaktree, ma pure in ossequio agli impegni presi con la Uefa in tema di settlement agreement - dovranno, grazie alle cessioni, garantire la liquidità per la stagione: va ricordato che pure un’estate fa, senza la cavalcata in Champions fino alla finale, avrebbero dovuto cedere obbligatoriamente due big per sistemare i conti e finanziare il mercato in entrata (uno entro il 30 giugno e uno dal 1° luglio). Il menù non cambierà, mentre potrebbero essere molto inferiori i proventi in arrivo dalla Uefa, nel caso in cui la squadra non dovesse superare l’ostacolo Atletico Madrid. Per questo motivo chi dirige l’area tecnica ha l’obbligo di captare le potenziali occasioni che presenta il mercato e l’Inter - come dimostra il rendimento nella prima parte di stagione - si è ormai specializzata in questo “gioco a incastri” anche grazie alle certezze tattiche date da Simone Inzaghi che ha “istituzionalizzato” il 3-5-2 e, con esso, il proposito di trovare due titolari perfettamente intercambiabili per ogni ruolo. Per quanto riguarda Rabiot, oltre al suo status di giocatore in scadenza, stuzzica pure il fatto che ormai pure alla Juve abbia metabolizzato lo stesso sistema di gioco che troverebbe a Milano.

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Estero, non tradimento

Non si fa peccato a pensare che Marotta, da navigato dirigente qual è, abbia tutta la convenienza per agitare le acque intorno alla Juventus. Il botta e risposta con Allegri ha tirato in ballo lepri, cacciatori, guardie, ladri e addirittura Sinner e Djokovic. E chissà che quando Marotta ha detto sornione «Ad Allegri risponderemo al momento giusto», non pensasse già al polverone legato a fughe di notizie su un possibile “flirt” tra l’Inter e Rabiot. Mossa che da sé fa venire l’orticaria alla dirigenza della Juventus. Vero è che a latitudini bianconere c’è ottimismo - nonostante la distanza tra richiesta e offerta - sul fatto di trovare un nuovo accordo con mamma Veronique, però il rischio che una mancata stretta di mano possa - almeno teoricamente - spalancare al francese le porte ad Appiano mette senz’altro ancor più pressione a chi sta gestendo la pratica, compreso Allegri che ha in Rabiot il suo lider maximo a centrocampo. Rischi che questo possa accadere? Al momento, al netto dell’irritazione bianconera per le manovre di disturbo arrivate da fronte Inter, pochini. Perché, come sottolineato, i colloqui tra le parti proseguono con la volontà di arrivare alla firma (un po’ quanto sta accadendo per Lautaro Martinez a Milano) inoltre perché Rabiot - qualora dovesse dare l’addio alla Juventus - preferirebbe l’ipotesi estero anche per misurarsi con un altro calcio.

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