MILANO - Un parametro zero tira l’altro. E così l’Inter, dopo essersi assicurata Taremi e Zielinski, si è iscritta alla lista delle pretendenti per Adrien Rabiot. Non è soltanto una manovra di disturbo verso la Juve nei giorni che precedono lo scontro diretto: Marotta e Ausilio - qualora Steven Zhang dovesse riuscire nel rifinanziamento con Oaktree, ma pure in ossequio agli impegni presi con la Uefa in tema di settlement agreement - dovranno, grazie alle cessioni, garantire la liquidità per la stagione: va ricordato che pure un’estate fa, senza la cavalcata in Champions fino alla finale, avrebbero dovuto cedere obbligatoriamente due big per sistemare i conti e finanziare il mercato in entrata (uno entro il 30 giugno e uno dal 1° luglio). Il menù non cambierà, mentre potrebbero essere molto inferiori i proventi in arrivo dalla Uefa, nel caso in cui la squadra non dovesse superare l’ostacolo Atletico Madrid. Per questo motivo chi dirige l’area tecnica ha l’obbligo di captare le potenziali occasioni che presenta il mercato e l’Inter - come dimostra il rendimento nella prima parte di stagione - si è ormai specializzata in questo “gioco a incastri” anche grazie alle certezze tattiche date da Simone Inzaghi che ha “istituzionalizzato” il 3-5-2 e, con esso, il proposito di trovare due titolari perfettamente intercambiabili per ogni ruolo. Per quanto riguarda Rabiot, oltre al suo status di giocatore in scadenza, stuzzica pure il fatto che ormai pure alla Juve abbia metabolizzato lo stesso sistema di gioco che troverebbe a Milano.
Inter-Juventus, curiosità e statistiche
Estero, non tradimento
Non si fa peccato a pensare che Marotta, da navigato dirigente qual è, abbia tutta la convenienza per agitare le acque intorno alla Juventus. Il botta e risposta con Allegri ha tirato in ballo lepri, cacciatori, guardie, ladri e addirittura Sinner e Djokovic. E chissà che quando Marotta ha detto sornione «Ad Allegri risponderemo al momento giusto», non pensasse già al polverone legato a fughe di notizie su un possibile “flirt” tra l’Inter e Rabiot. Mossa che da sé fa venire l’orticaria alla dirigenza della Juventus. Vero è che a latitudini bianconere c’è ottimismo - nonostante la distanza tra richiesta e offerta - sul fatto di trovare un nuovo accordo con mamma Veronique, però il rischio che una mancata stretta di mano possa - almeno teoricamente - spalancare al francese le porte ad Appiano mette senz’altro ancor più pressione a chi sta gestendo la pratica, compreso Allegri che ha in Rabiot il suo lider maximo a centrocampo. Rischi che questo possa accadere? Al momento, al netto dell’irritazione bianconera per le manovre di disturbo arrivate da fronte Inter, pochini. Perché, come sottolineato, i colloqui tra le parti proseguono con la volontà di arrivare alla firma (un po’ quanto sta accadendo per Lautaro Martinez a Milano) inoltre perché Rabiot - qualora dovesse dare l’addio alla Juventus - preferirebbe l’ipotesi estero anche per misurarsi con un altro calcio.