Yildiz rivoluziona la Juve: la strada per il futuro è già tracciata

Abituati a Chiesa da scatenare in spazi ampi, i bianconeri non sfruttano ancora al meglio il turco. Ma già da questa stagione o dalla prossima le cose potrebbero cambiare

I piloti, MotoGP o Formula 1 poco cambia, prima di iniziare una nuova stagione di gare testano per qualche mese la nuova auto o la nuova moto. E i primi Gran Premi servono comunque anche a perfezionare messa a punto e confidenza col mezzo. La Juventus, intesa come squadra, sta prendendo confidenza con Kenan Yildiz (e lui con i compagni) ed è normale che debba migliorare nello sfruttarne le caratteristiche. Vero che preparazione, amichevoli e allenamenti rappresentano quello che sono i test per i piloti, ma le interazioni tra 11 giocatori sono decisamente più numerose e varie di quelle tra un pilota e un mezzo meccanico, così come quelle con gli avversari. Il che rende un po’ più lunga la ricerca del feeling giusto.

Specialmente se la moto nuova ha caratteristiche diverse dalla precedente: ovvero Yildiz da Federico Chiesa. L’azzurro, seconda punta titolare, è un attaccante nato ala, che ama decentrarsi e attaccare la profondità: situazioni in cui può far valere le sue straordinarie esplosività e velocità e una tecnica che in spazi larghi gli permette di assecondarle, sterzando, frenando e ripartendo. Tecnica che Chiesa sta affinando anche in spazi più stretti e nel fraseggio, ma non è né sarà mai Dybala. È più spesso Vlahovic, dei due, ad andare incontro a chi porta palla per scambiare, mentre il numero 7 attacca la profondità per andare al tiro o all’assist (proprio come per il gol di DV9 all’Inter all’andata).

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Juve, le caratteristiche di Yildiz

E così i giocatori bianconeri sono abituati a cercare Chiesa preferibilmente in profondità, in spazi larghi, piuttosto che spalle alla porta e in zone congestionate. Yildiz ha caratteristiche diverse. Non così esplosivo e veloce, pur essendo molto esplosivo e veloce, ma dotato di tecnica superiore. Qualità che lo rende efficace anche se servito in quelle zone dove Chiesa si sente meno a proprio agio. Tanto che da un punto di vista della partecipazione alla manovra Vlahovic è probabilmente stato avvantaggiato dalla sua presenza nelle ultime partite, proprio perché il turco gli gioca più vicino e lo sostituisce o lo aiuta nel lavoro di ricezione e smistamento del pallone.

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Yildiz e il coinvolgimento dei compagni

Lavoro in cui i compagni devono imparare a coinvolgerlo e sfruttarlo di più, servendolo anche in quelle situazioni - spalle alla porta e nel traffico - in cui erano abituati a non servire Chiesa, aspettando circostanze a lui più congeniali. Non è successo con la giusta frequenza a San Siro, e non è certo un caso che sia capitato contro l’Inter piuttosto che nelle precedenti partite disputate dal turco, tutte con ben altro coefficiente di difficoltà: faticando di più a ragionare contro la pressione nerazzurra, Locatelli e compagni hanno seguito maggiormente le abitudini interiorizzate con Chiesa. Compresa, anche per timore delle ripartenze interiste (giustificato visto che così, gol a parte, sono arrivate le più grandi occasioni nerazzurre), una notevole cautela nell’accompagnare l’azione: che ci sta una volta scatenato Chiesa in spazi larghi, mentre con Yildiz sarebbe più proficuo un po’ di appoggio in più per dialogare nello stretto.

Il ritorno di Chiesa

Col ritorno dell’azzurro alla forma migliore sarà di nuovo lui la prima opzione accanto a Vlahovic, ma in attesa che Allegri vari il tridente - perché quello sarà il futuro, in questa stagione o nella prossima, se tutti resteranno - Yildiz avrà comunque spazio. E i compagni tempo per imparare a servirlo (e lui a muoversi per agevolarli): meno ne servirà, però, meglio sarà. Lui, intanto, promette riscossa via social: « La sconfitta fa sempre male, ma non ci fermerà. Ci sono ancora molte battaglie. Questa maglia richiede costanza e impegno. È il nostro spirito di squadra che non ci farà mollare».

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I piloti, MotoGP o Formula 1 poco cambia, prima di iniziare una nuova stagione di gare testano per qualche mese la nuova auto o la nuova moto. E i primi Gran Premi servono comunque anche a perfezionare messa a punto e confidenza col mezzo. La Juventus, intesa come squadra, sta prendendo confidenza con Kenan Yildiz (e lui con i compagni) ed è normale che debba migliorare nello sfruttarne le caratteristiche. Vero che preparazione, amichevoli e allenamenti rappresentano quello che sono i test per i piloti, ma le interazioni tra 11 giocatori sono decisamente più numerose e varie di quelle tra un pilota e un mezzo meccanico, così come quelle con gli avversari. Il che rende un po’ più lunga la ricerca del feeling giusto.

Specialmente se la moto nuova ha caratteristiche diverse dalla precedente: ovvero Yildiz da Federico Chiesa. L’azzurro, seconda punta titolare, è un attaccante nato ala, che ama decentrarsi e attaccare la profondità: situazioni in cui può far valere le sue straordinarie esplosività e velocità e una tecnica che in spazi larghi gli permette di assecondarle, sterzando, frenando e ripartendo. Tecnica che Chiesa sta affinando anche in spazi più stretti e nel fraseggio, ma non è né sarà mai Dybala. È più spesso Vlahovic, dei due, ad andare incontro a chi porta palla per scambiare, mentre il numero 7 attacca la profondità per andare al tiro o all’assist (proprio come per il gol di DV9 all’Inter all’andata).

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