Gianluigi Buffon ha parlato in occasione dell'evento "Campioni sotto le Stelle" al Forum di Biella. Il leggendario ex portiere della Juve, accolto dal sindaco Corradino, il vice sindaco Moscarola e il consigliere comunale Zen, ha ripercorso la sua carriera, con uno sguardo in particolare sulla lunghissima esperienza in bianconero. Un periodo iniziato nel 2001, interrotto per un anno nel 2018, e concluso nel 2021. Poi due anni a Parma e ora l'esperienza da capo delegazione della Nazionale italiana.
Buffon: "La Juve è stata la mia vita"
L'ex portiere ha raccontato così la sua carriera in bianconero: "La Juve stata la mia vita calcistica, ho dei ricordi bellissimi di una crescita sia dal punto di vista umano che sportivo. L'universo Juve manda a soqquadro le tue certezze, però nel momento in cui riesci a farlo tuo non ti mollerà mai". Poi un pensiero sulla Nazionale: "Quella maglia dell'Italia è stata la soddisfazione più grande. Rappresentare l'Italia voleva dire mettere d'accordo tutti. Il mio obiettivo era concludere con il Mondiale, sarebbe stato il sesto, ma purtroppo la vita non ha voluto. Non sono neanche arrabbiato. Mi piacciono il bianco o il nero o il bianco e nero insieme. Ho lasciato a 40 anni perché dietro c'era un portiere molto forte come Donnarumma, mi sembrava la cosa più logica".
Buffon: "La Champions non è una ferita"
Buffon è poi tornato sulla mancata vittoria della Champions League con la Juventus: "Non è mai stata una ferita per me, ma piuttosto lo stimolo per battermi ogni anno per qualcosa di estremamente grande. Se poi devo fare un discorso generale che tocchi il mondo Juve, compagni e dirigenti, mi è dispiaciuto tanto per loro e per i tifosi che da trent'anni più o meno aspettano questa coppa. Per me giocare in Champions era una gioia già quello, vincerla sarebbe stato la chiusura di un cerchio, ma non mi interessa".