La Juve, l'Inter e la logica di Allegri: tra la storia e il coraggio di crederci

La superiorità della squadra di Inzaghi, in questo momento, è evidente. Ma il tecnico bianconero può preparare la gara con l'Udinese senza fantasmi a erodere fiducia e consapevolezza

La Roma ha giocato una bella partita, ha attaccato, si è espressa in modo brillante e ha segnato due gol all’Inter. Però ne ha presi quattro. Questo, a una settimana da Inter-Juventus e dal dibattito sull’atteggiamento della Juventus, suggerisce due riflessioni. Prima: l’Inter è davvero di un livello superiore (ieri, per esempio, non ha mai dato l’impressione di avere perso il controllo della situazione anche quando era sotto due a uno). Seconda: puoi giocare in modo più aggressivo e spregiudicato contro l’Inter e magari fai anche bella figura, ma ci sono ottime probabilità di prendere l’imbarcata (il Milan di Pioli ne ha presi 4, la Lazio in Supercoppa 3).

La Juve e l'imbarcata a Napoli

E, a corollario di questa seconda riflessione, vale la pena ricordare che no, non è la stessa cosa perdere 1-0 o 5-1, soprattutto se sei la principale rivale per lo scudetto. L’impatto di certe sconfitte nel subconscio collettivo di una squadra è sempre piuttosto profondo. E ne sa qualcosa la Juventus che, l’anno scorso, pur non essendo in lotta per lo scudetto ha visto spegnersi la luce agonistica dopo l’umiliante 5-1 del San Paolo.

Juve-Udinese, curiosità e statistiche

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Inter-Juve e il ragionamento di Allegri

Sette giorni dopo la prestazione difensiva della Juventus a San Siro, c’è la stessa sacrosanta libertà di criticare l’atteggiamento bianconero, ma ci si deve sforzare di meno per capire la logica di Allegri, che a San Siro, contro un’Inter più forte, ha voluto essere il più pragmatico possibile, per la serie: se tutto va bene, la porto a casa o pareggio, se tutto va male non piglio la grandinata e salvo il morale della squadra per i prossimi mesi. Alla fine gli è andata male, ma oggi può preparare la partita contro l’Udinese di domani sera, senza fantasmi a erodere fiducia e consapevolezza della sua squadra, conservando intatta la possibilità di tornare a 4 punti di distacco con una vittoria questa sera.

Questo ragionamento non piacerà e non verrà certamente condiviso da chi è contro Allegri a prescindere, ma la superiorità dell’Inter, in questo momento della stagione, può essere messa in discussione solo con abbondante malafede. L’Inter forse non ha la qualità delle Juventus del quinquennio scudetto di Allegri, che in certe annate era di livello mondiale, ma ha quell’autocoscienza della propria forza che aumenta la tranquillità in qualsiasi situazione, anche le più spinose e quella capacità di controllare le partite, accelerando, rallentando, nascondendo la palla per poi accelerare di nuovo che fa risparmiare energie e ne fa spendere tante all’avversario.

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L'Inter fa paura ma...

Se si aggiunge una spruzzata di fortuna che fa girare dritto anche quello che dovrebbe andare storto si ha una squadra che, in questo campionato, è virtualmente imbattibile. E anche la Champions League, cui tutti assegnano il potere di prosciugare energie e sicurezze alla squadra di Inzaghi, potrebbe essere un fattore meno afflittivo se gestita con la maturità agonistica dimostrata dall’inizio del 2024.

Ma è febbraio, mancano 15 partite e quasi quattro mesi, se oggi tutto sebra deciso, la storia ci insegna che può succedere ancora di tutto, a patto di crederci, alla storia. E qui si torna a parlare di Massimiliano Allegri, che deve tenere attaccata la Juventus all’Inter, conservando (almeno fino al recupero dei nerazzurri con l’Atalanta) il distacco di quattro punti che certifica la libertà di sognare fino a tre/quattro giornate dalla fine. L’Inter oggi fa paura, ma la Juventus può e deve averne un po’ meno.

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La Roma ha giocato una bella partita, ha attaccato, si è espressa in modo brillante e ha segnato due gol all’Inter. Però ne ha presi quattro. Questo, a una settimana da Inter-Juventus e dal dibattito sull’atteggiamento della Juventus, suggerisce due riflessioni. Prima: l’Inter è davvero di un livello superiore (ieri, per esempio, non ha mai dato l’impressione di avere perso il controllo della situazione anche quando era sotto due a uno). Seconda: puoi giocare in modo più aggressivo e spregiudicato contro l’Inter e magari fai anche bella figura, ma ci sono ottime probabilità di prendere l’imbarcata (il Milan di Pioli ne ha presi 4, la Lazio in Supercoppa 3).

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E, a corollario di questa seconda riflessione, vale la pena ricordare che no, non è la stessa cosa perdere 1-0 o 5-1, soprattutto se sei la principale rivale per lo scudetto. L’impatto di certe sconfitte nel subconscio collettivo di una squadra è sempre piuttosto profondo. E ne sa qualcosa la Juventus che, l’anno scorso, pur non essendo in lotta per lo scudetto ha visto spegnersi la luce agonistica dopo l’umiliante 5-1 del San Paolo.

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