TORINO - Ci sono sogni che pulsano un po’ più forte. Sogni capaci di incunearsi anche nella crepa di una timida apertura. «Allenare in Italia? Perché no, non si sa mai», ha sibilato con fare sornione Zinedine Zidane lunedì sera, a Roma, in occasione del lancio del documentario biografico su Lippi. E tanto è bastato per soffiare sul fuoco della fantasia del popolo bianconero, per cui l’accostamento tra Zizou e la Juventus è fin troppo scontato, quasi ineluttabile. In virtù di un trascorso da calciatore di cui ancora oggi risuona l’eco. In virtù di un legame che nemmeno l’incedere del tempo ha potuto scalfire. «La mentalità vincente l’ho imparata alla Juventus, lì vincere è un obbligo e perdere un dramma», uno dei tanti aforismi che il francese negli anni ha dedicato alle sue stagioni bianconere.
Juve sfida intrigante
Poi, certo, al di qua della siepe leopardiana si staglia una realtà in cui il profilo di Zidane, almeno oggi, difficilmente si può sovrapporre a quello del prossimo tecnico della Juventus, ammesso e non concesso che la nuova stagione ne porti con sé uno differente da Allegri. La valorizzazione di un organico giovane e di talento rappresenterebbe un’intrigante sfida per chiunque, Zizou compreso.