Allegri in difesa, l’agente all’attacco: i due nomi Juve in caso di divorzio

Il futuro della panchina bianconera fra strategie, dichiarazioni e tempismo: due le candidature forti

La situazione è complessa, parecchio: non c’è un bianco e un nero. E non c’è, ancora, una verità assoluta. Bensì una in divenire, che in base alle novità del momento prende forma e colori. Realtà che, in attesa dei fatti, si sviluppa con le parole. Dunque vanno pesate con il bilancino del farmacista le frasi pronunciate da chi recita una parte da protagonista nella vicenda relativa al rinnovo del contratto di Massimiliano Allegri. Sì, dopo questa annata, sarà legato alla Juventus anche per la prossima stagione ma il tema del prolungamento è d’attualità stretta. Ma prima di addentrarci nelle viscere della questione, avviciniamoci con una delle massime partorite da quel genio di Salvador Dalì, “Più di tutto mi ricordo il futuro”.

Pro Max e No Max

Già, davvero difficile pensare solo al presente, che non significa più tallonare il sogno scudetto, bensì concretizzare il posto Champions 24/25 e avvicinare la possibilità di alzare la Coppa Italia. Non pochissimo, ci mancherebbe, ma nemmeno abbastanza per distogliere il pensiero che assilla il mondo del tifo bianconero, peraltro da tempo polarizzato sui Pro Max e No Max. Più girano le lancette e meno è facile concentrarsi su altro. Le novità di ieri sull’argomento offrono altre riflessioni su questa partita a scacchi che vede, seduti al tavolo, da una parte la Juventus con il dt Giuntoli affiancato da Manna e dall’altra lo stesso Allegri. Ma ieri, al fianco del livornese si è presentato, anche se non in carne e ossa, Giovanni Branchini, uno dei procuratori più importanti del panorama calcistico nonché molto vicino al tecnico bianconero.

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Branchini in tackle

Sulle frequenze di Radio Deejay, ospite della trasmissione Deejay Football Club curata da Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa, l’agente non ha dribblato la domanda sul futuro di Allegri. Anzi, è entrato in tackle: «Se Allegri rimane alla Juve? Io penso di sì. Perché no? Qualcuno può mandarlo via? Questo è sempre possibile, vedremo di capire meglio quali saranno le idee della Juventus. Ha un contratto e ha dimostrato coi fatti e le parole di essere contento e legato al progetto Juve. Decideranno e valuteranno loro, le proprietà hanno il diritto di fare le scelte che ritengono più opportune. Di solito si cambia un allenatore quando non si è soddisfatti. Voglio vedere come potrebbero sostenere di non essere soddisfatti, ma tutto è possibile con questa compagine societaria».

La risposta di Allegri

Non la tocca pianissimo Branchini che va dunque all’attacco anche se la Juventus, più volte sollecitata sull’argomento, ha preferito il giro palla per bocca del dt Giuntoli spostando in avanti il momento del confronto. E così la frase ripetuta più volte è “Siamo felicissimi di Max, quando sarà finita la stagione ci siederemo e programmeremo insieme il futuro”. Ma la giornata di ieri, sul tema, ha registrato anche la risposta dello stesso Allegri alla domanda in conferenza in cui gli si chiedeva se anche lui sarebbe stato disposto a spalmare l’ingaggio e quindi accettare un sacrificio economico qualora il club glielo chiedesse per allungare il contratto: «Innanzitutto non abbiamo ancora parlato di futuro con il club e questo deve essere chiaro. Ho ancora un anno di contratto. La cosa più importante credo che sia finire al meglio la stagione, ci sono in ballo degli obiettivi da raggiungere. Quando poi la società e i dirigenti avranno deciso quale sarà il futuro della Juventus me lo faranno sapere».

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Allegri via? La Juve ha due nomi

Se Branchini attacca, Allegri gioca in difesa e dal suo punto di vista è più che comprensibile: sarebbe poco strategico anticipare la disponibilità a ridursi lo stipendio prima ancora di aver ricevuto una richiesta diretta. Dunque la situazione è di alta pressione intorno alla panchina bianconera. Al momento le alternative forti per sostituire Allegri qualora si dovesse assistere a un divorzio restano due: Thiago Motta e Palladino. Due profili diversi dal punto di vista dell’esperienza, accomunati dal tipo di gioco propositivo.

Soldi in entrata

Ma la questione non è solo legata alla proposta tattica. Alla Juve aspettano di avere in mano la certezza dei soldi Champions e del Mondiale per Club. In attesa delle nuove parole, ecco altri numeri. Non confermarlo significherebbe un esborso di 20 milioni lordi tenuto conto del suo ingaggio e quello dello staff. Pochi o tanti? Lo sanno alla Juve dove continuano a dire che Allegri non è solo il presente ma anche il futuro. La clessidra non si ferma, la verità si avvicina.

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La situazione è complessa, parecchio: non c’è un bianco e un nero. E non c’è, ancora, una verità assoluta. Bensì una in divenire, che in base alle novità del momento prende forma e colori. Realtà che, in attesa dei fatti, si sviluppa con le parole. Dunque vanno pesate con il bilancino del farmacista le frasi pronunciate da chi recita una parte da protagonista nella vicenda relativa al rinnovo del contratto di Massimiliano Allegri. Sì, dopo questa annata, sarà legato alla Juventus anche per la prossima stagione ma il tema del prolungamento è d’attualità stretta. Ma prima di addentrarci nelle viscere della questione, avviciniamoci con una delle massime partorite da quel genio di Salvador Dalì, “Più di tutto mi ricordo il futuro”.

Pro Max e No Max

Già, davvero difficile pensare solo al presente, che non significa più tallonare il sogno scudetto, bensì concretizzare il posto Champions 24/25 e avvicinare la possibilità di alzare la Coppa Italia. Non pochissimo, ci mancherebbe, ma nemmeno abbastanza per distogliere il pensiero che assilla il mondo del tifo bianconero, peraltro da tempo polarizzato sui Pro Max e No Max. Più girano le lancette e meno è facile concentrarsi su altro. Le novità di ieri sull’argomento offrono altre riflessioni su questa partita a scacchi che vede, seduti al tavolo, da una parte la Juventus con il dt Giuntoli affiancato da Manna e dall’altra lo stesso Allegri. Ma ieri, al fianco del livornese si è presentato, anche se non in carne e ossa, Giovanni Branchini, uno dei procuratori più importanti del panorama calcistico nonché molto vicino al tecnico bianconero.

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