"Allegri patata bollente. Cambiarlo? Impensabile se il motivo è questo…”

Dal futuro del tecnico Juve alla sfida contro il Napoli, l’intervista a Massimo Mauro: “La squadra oltre alla testa deve ritrovare le gambe”

Massimo Mauro, c’è stata una Juventus fino a gennaio e ce n’è ora un’altra da un mesetto a questa parte: che squadra dobbiamo aspettarci, innanzitutto, questa sera al Maradona?
«Sinceramente vedo diversi giocatori che non hanno più la condizione di forma dei precedenti due mesi, che ritengo siano stati meravigliosi: la squadra vinceva, segnava tanto e giocava anche molto bene. Poi, d’incanto, la stagione è girata sull’espulsione, secondo me molto discutibile, patita in avvio di gara contro l’Empoli: da quel pareggio in poi, il rendimento è calato in maniera quasi inspiegabile».

Non è che lo spogliatoio ha staccato la spina a livello nervoso, dopo aver visto scappar via l’Inter in classifica?
«Sicuramente, ma è altrettanto vero che sono scesi di rendimento a livello atletico alcuni tra gli interpreti fino a quel momento più positivi, da Rabiot a McKennie, fino a Yildiz. Allegri ha ragione quando dice che i giovani vanno gestiti: la pressione gioca brutti scherzi, bisogna imparare a governarla».

Ma qual è il reale valore dell’organico bianconero?
«Se guardiamo contro chi ha perso punti nell’ultimo mese, è evidente che non possa competere per il titolo. Ma fino a gennaio, sinceramente, aveva dato la sensazione opposta: per i risultati, d’accordo, ma anche per la qualità del gioco raggiunta in inverno, voglio ribadirlo. E anche gli scontri diretti hanno raccontato di due squadre vicine. All’andata è uscito un pareggio in cui la Juve non ha certo fatto peggio dell’Inter. Al ritorno è stata negativa la prestazione dei bianconeri nel primo tempo, ma non ho visto il gruppo di Inzaghi così superiore. Ha meritato, per carità, ma la vittoria soltanto di misura non è stata bugiarda».

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Dopo i passi falsi contro realtà in lotta per la salvezza, ora l’esame Napoli contro una squadra più propositiva e “giochista”: può essere un vantaggio per questa Juve?
«Può essere un piccolo punto a favore, certo, anche perché il Napoli ha palesato problemi di equilibrio e subito tanti gol in stagione. Ma servono comunque gamba e personalità per vincere: il contropiede non è un fondamentale banale, bisogna viaggiare veloce e far girare bene la palla. L’Inter sotto questo aspetto è maestra: ogni volta il portatore di palla ha due o tre giocatori liberi da servire, mentre i bianconeri spesso sono troppo isolati. Quando conquisti palla non puoi sperare che capiti qualcosa, sei tu che devi determinare: questo ultimamente è venuto un po’ meno nella Juve».

Il Napoli, invece, è magicamente guarito dopo i sei gol recapitati al Sassuolo?
«Intanto ritengo ci sia una colpa generale nello spogliatoio: sarà ben responsabilità dei giocatori, se il club ha dovuto cambiare tre allenatori in pochi mesi. La vittoria infrasettimanale ha dato fiducia, ma la Juventus non è il Sassuolo: non mi aspetto una gara dirompente come l’ultima da parte degli azzurri. Se sblocca per primo il risultato, però, il Napoli mette la partita sui binari giusti: in campo aperto, poi, Osimhen è forse il più forte al mondo».

Da chi si aspetta possa essere deciso il big match di questa sera?
«Kvara finora ha faticato più del previsto, ma è davvero forte e ha grande dribbling: penso che presto tornerà a fare dieci partite di fila come solo lui sa, e col Sassuolo ha già iniziato. Sul fronte opposto, invece, mi aspetto tanto da Vlahovic, uno che ci mette sempre l’anima. A volte anche troppo: se fosse più sereno, secondo me, renderebbe ancora di più».

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Ogni primavera lo stesso ritornello, quest’anno persino anticipato: Allegri in o Allegri out a fine stagione?
«È una patata bollente che lascio volentieri a Elkann o a Giuntoli. La Juventus di certo ha un grande allenatore e con un anno ancora di contratto. Il 50% dei tifosi bianconeri pensa che il tecnico abbia fatto il suo tempo, d’accordo, ma è impensabile cambiare la guida tecnica per un motivo del genere».

Napoli e Juventus si contendono in queste settimane anche il pass per il Mondiale per Club del 2025: chi la spunterà?
«In tutta sincerità, auguro alla Juventus di tornare a vincere lo scudetto e di competere nuovamente ad alto livello in Champions League. Tutto il resto mi pare una follia, un inseguimento esasperato dei ricavi a scapito dei giocatori e anche dei tifosi: non c’è più rispetto per il gioco, e mi fermo qui».

Dallo scorso anno, in chiusura, è anche vice presidente del board internazionale del Golden Boy: Napoli-Juventus potrebbe offrire qualche indicazione interessante sul prossimo vincitore?
«Quest’anno la sfida è aperta ai giovani talenti dal 2004 in poi, quindi è inevitabile puntare la lente d’ingrandimento su Yildiz: sarà uno dei protagonisti del premio di Tuttosport fino alle battute finali. Ora deve trovare la chiave giusta per avere continuità di rendimento e tra i titolari. Ma è ancora davvero lunga da qui alla serata finale di dicembre!».

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Massimo Mauro, c’è stata una Juventus fino a gennaio e ce n’è ora un’altra da un mesetto a questa parte: che squadra dobbiamo aspettarci, innanzitutto, questa sera al Maradona?
«Sinceramente vedo diversi giocatori che non hanno più la condizione di forma dei precedenti due mesi, che ritengo siano stati meravigliosi: la squadra vinceva, segnava tanto e giocava anche molto bene. Poi, d’incanto, la stagione è girata sull’espulsione, secondo me molto discutibile, patita in avvio di gara contro l’Empoli: da quel pareggio in poi, il rendimento è calato in maniera quasi inspiegabile».

Non è che lo spogliatoio ha staccato la spina a livello nervoso, dopo aver visto scappar via l’Inter in classifica?
«Sicuramente, ma è altrettanto vero che sono scesi di rendimento a livello atletico alcuni tra gli interpreti fino a quel momento più positivi, da Rabiot a McKennie, fino a Yildiz. Allegri ha ragione quando dice che i giovani vanno gestiti: la pressione gioca brutti scherzi, bisogna imparare a governarla».

Ma qual è il reale valore dell’organico bianconero?
«Se guardiamo contro chi ha perso punti nell’ultimo mese, è evidente che non possa competere per il titolo. Ma fino a gennaio, sinceramente, aveva dato la sensazione opposta: per i risultati, d’accordo, ma anche per la qualità del gioco raggiunta in inverno, voglio ribadirlo. E anche gli scontri diretti hanno raccontato di due squadre vicine. All’andata è uscito un pareggio in cui la Juve non ha certo fatto peggio dell’Inter. Al ritorno è stata negativa la prestazione dei bianconeri nel primo tempo, ma non ho visto il gruppo di Inzaghi così superiore. Ha meritato, per carità, ma la vittoria soltanto di misura non è stata bugiarda».

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