Dopo i passi falsi contro realtà in lotta per la salvezza, ora l’esame Napoli contro una squadra più propositiva e “giochista”: può essere un vantaggio per questa Juve?
«Può essere un piccolo punto a favore, certo, anche perché il Napoli ha palesato problemi di equilibrio e subito tanti gol in stagione. Ma servono comunque gamba e personalità per vincere: il contropiede non è un fondamentale banale, bisogna viaggiare veloce e far girare bene la palla. L’Inter sotto questo aspetto è maestra: ogni volta il portatore di palla ha due o tre giocatori liberi da servire, mentre i bianconeri spesso sono troppo isolati. Quando conquisti palla non puoi sperare che capiti qualcosa, sei tu che devi determinare: questo ultimamente è venuto un po’ meno nella Juve».
Il Napoli, invece, è magicamente guarito dopo i sei gol recapitati al Sassuolo?
«Intanto ritengo ci sia una colpa generale nello spogliatoio: sarà ben responsabilità dei giocatori, se il club ha dovuto cambiare tre allenatori in pochi mesi. La vittoria infrasettimanale ha dato fiducia, ma la Juventus non è il Sassuolo: non mi aspetto una gara dirompente come l’ultima da parte degli azzurri. Se sblocca per primo il risultato, però, il Napoli mette la partita sui binari giusti: in campo aperto, poi, Osimhen è forse il più forte al mondo».
Da chi si aspetta possa essere deciso il big match di questa sera?
«Kvara finora ha faticato più del previsto, ma è davvero forte e ha grande dribbling: penso che presto tornerà a fare dieci partite di fila come solo lui sa, e col Sassuolo ha già iniziato. Sul fronte opposto, invece, mi aspetto tanto da Vlahovic, uno che ci mette sempre l’anima. A volte anche troppo: se fosse più sereno, secondo me, renderebbe ancora di più».