Pagina 2 | Juve, tra giovani ed esperienza: il paradosso di Napoli e chi conta i soldi

Nella logica per cui è tutto merito o tutta colpa di Allegri, diventa difficile spiegare perché la Juventus ha perso a Napoli. Perché se Vlahovic si mangia due gol (e mezzo) in modo clamoroso, se altrettanto clamorosi sono i gol che scialacquano Iling Jr, Cambiaso e Rugani, quali colpe o quali meriti può avere Allegri? Per carità, non è che l’allenatore non incida, ma quando errori surreali condizionano il risultato in questo modo, il calcio ti suggerisce che non è il caso di esagerare con mettere al centro di tutto il signore che sta in panchina.

Juve, perché non sempre così

La Juventus perde una delle sue migliori partite della stagione e il paradosso innesca il rimpianto del popolo bianconero: perché la squadra non ha giocato sempre così? La domanda rimbomba, anche perché la sconfitta non pesa granché sulla classifica e i bianconeri galleggiano in una situazione piuttosto tranquilla, nella quale la qualificazione Champions non sembra particolarmente a rischio, nonostante i cinque punti nelle ultime sei partite.

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Allegri e la giovane Juve

Dai primi di febbraio in poi, la Juventus ha giocato piuttosto male, ha avuto spesso l’atteggiamento sbagliato, ha sgretolato qualsiasi speranza di lottare con l’Inter (speranza che aveva faticosamente coltivato nel girone di andata) e pure quando ha vinto, contro il Frosinone, non è piaciuta granché. La sconfitta con il Napoli è diversa e non si può ignorarlo, per quanto inquadrandola nel contesto del periodo non ribalta certe opinioni, né cancella alcuni difetti endemici di questa squadra.

È indubbio però che da una parte c’erano i campioni d’Italia senza assenze importanti; dall’altra una Juventus costretta a rinunciare a Rabiot e McKennie, due giocatori fin qui determinanti. Dei titolari a centrocampo restava il solo Locatelli, nel resto della linea c’erano Cambiaso (2000), Alcaraz (2002), Miretti (2003) e Iling Jr (2003), cui poi subentra Nonge (2005), la cui ingenuità costa il rigore decisivo per la sconfitta. Gioventù bruciata dalla mancanza di esperienza, ma che ha retto l’impatto del Napoli e ha costruito parecchio.

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Il futuro della Juve e quello di Allegri

La conferma che la Juventus sta edificando in modo intelligente il suo futuro, ma anche che con i giovani si rischia di perdere così, per la sventatezza di un di un diciottenne o la mancanza di freddezza di un ventenne. Questo suggerisce un tema per chi è un po’ annoiato dal dibattito su Allegri: non dovrebbe la Juventus della prossima stagione aggiungere alla ricetta una dose di esperienza, con qualche giocatore più stagionato? Come dire va bene Iling Junior, ma un paio di “Danili senior” in più non guasterebbero.

Già, il futuro: resta quello il perno intorno al quale si avvitano i ragionamenti bianconeri, perché la sconfitta del Maradona non riesce neanche a far paura ai tifosi: la zona Champions rimane lì, insieme allo scontro su Allegri e le domande su cosa potrà essere (e cosa dovrebbe essere) la Juventus nel giro di un anno. È la domanda alla quale restano appesi i milioni di tifosi juventini, sofferenti o anche solo annoiati nel vivere per l’inseguimento del quarto posto. Obiettivo eccitante solo per chi conta i soldi.

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Allegri e la giovane Juve

Dai primi di febbraio in poi, la Juventus ha giocato piuttosto male, ha avuto spesso l’atteggiamento sbagliato, ha sgretolato qualsiasi speranza di lottare con l’Inter (speranza che aveva faticosamente coltivato nel girone di andata) e pure quando ha vinto, contro il Frosinone, non è piaciuta granché. La sconfitta con il Napoli è diversa e non si può ignorarlo, per quanto inquadrandola nel contesto del periodo non ribalta certe opinioni, né cancella alcuni difetti endemici di questa squadra.

È indubbio però che da una parte c’erano i campioni d’Italia senza assenze importanti; dall’altra una Juventus costretta a rinunciare a Rabiot e McKennie, due giocatori fin qui determinanti. Dei titolari a centrocampo restava il solo Locatelli, nel resto della linea c’erano Cambiaso (2000), Alcaraz (2002), Miretti (2003) e Iling Jr (2003), cui poi subentra Nonge (2005), la cui ingenuità costa il rigore decisivo per la sconfitta. Gioventù bruciata dalla mancanza di esperienza, ma che ha retto l’impatto del Napoli e ha costruito parecchio.

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