«Allegri e Gasperini sono in assoluto tra i migliori tecnici in circolazione. Ho avuto entrambi da giocatori e già allora erano due allenatori in campo. Sia Max sia Piero avevano la grande qualità di saper leggere la partita a gara in corso, capendo subito dove poter far male agli avversari». Chi meglio di Giovanni Galeone, mentore e maestro di entrambi ai tempi del Pescara, per giocare in anteprima il duello, che caratterizzerà Juventus-Atalanta di domenica.
In cosa sono diversi i suoi allievi prediletti?
«Gasp è più metodico, a tratti spigoloso ma molto concreto e attento in tutto quello che fa. Fin da ragazzo ha sempre avuto un carattere forte; mentre Max era più fantasioso. L’ha un po’ persa quella fantasia da allenatore ultimamente, che peccato…».
A chi ha dovuto dare più consigli?
«A Max. Gian Piero già a Pescara voleva decidere tutto. Ancora un po’ era lui che dava consigli a me (ride, ndr). Gasp era rognoso negli allenamenti: me lo ricordo maniacale sui movimenti della fase difensiva, si spendeva molto nel parlare ai compagni dando indicazioni sul come muoversi in campo».
L’Atalanta ha perso il treno Champions?
«Gasp ha un po’ meno di qualità nei giocatori rispetto al passato, anche se resta bravissimo tatticamente e fa giocare bene la squadra. Con Ilicic e Gomez davano spettacolo: una giostra negli ultimi 20 metri. Adesso lì ha De Ketelaere: non è la stessa cosa…».
A proposito di squadre impoverite, pure la Juve di Allegri non è quella di qualche anno fa...
«Max non ha molta qualità tecnica a disposizione per sviluppare un certo tipo di gioco. Ha giocatori di forza e potenza come Chiesa, quando sta bene, e Kostic. Sugli esterni non ha gente che salti l’uomo facilmente e dotati di grande dribbling per creare superiorità numerica. In mezzo gli manca un totem. In passato l’ho martellato di prendere Milinkovic Savic e Berardi, perché gli servivano giocatori del genere. Per la Juve sarebbero perfetti Gnabry (Bayern) o Saka (Arsenal), ma costano…».
