Le opzioni del Tar
Seconda: La radiazione e quindi l’esclusione a vita dal settore del calcio professionistico non è lesiva del diritto a lavorare di un individuo? Può esistere un “fine pena mai” assegnato da un tribunale che, giusto ribadirlo, non è in nessun modo un organo giurisdizionale ai sensi dell’ordinamento dell’Unione?
Terza: la radiazione, proprio in virtù delle caratteristiche del punto due, non è in contrasto con il principio generale (peraltro riconosciuto dalla stessa Costituzione Italiana) di proporzionalità delle sanzioni? Tre temi spinosi per il Tar, che si trova davanti a un altro caso di “monopolio” quello in materia disciplinare in mano a Coni e Figc. E come la pensa il massimo tribunale europeo sui monopoli in ambito sportivo lo abbiamo scoperto il 21 dicembre in modo piuttosto chiaro.
Cosa può succedere, dunque, domani? Che il Tar tiri dritto in difesa della Legge 280, trovando il modo di schivare le osservazioni del ricorso. Che il Tar rinvii tutto alla Corte di Giustizia Europea, dribblando una sentenza piena di rischi. Che il Tar dia ragione a Giraudo, che con una sentenza favorevole non potrebbe rovesciare le sentenze di Calciopoli, ma cambiarne alcuni aspetti sì e, fatto più importante, rivoluzionerebbe la giustizia sportiva.