Allegri, ora il quesito è un altro: numeri da esonero, la posizione della Juve

L’ultima volta che i bianconeri vinsero un match su otto fu nella stagione 2009/10. Nemmeno le due notti in ritiro al J Hotel hanno portato una scossa

TORINO - La situazione non è grave ma seria. Che per certi versi potrebbe essere pure peggio. Perché quando la situazione precipita fa un rumore tale che la reazione è immediata. Quando invece le certezze si sgretolano gradualmente, ma inesorabilmente, c’è il rischio, a forza di posticipare, di non rispondere in maniera adeguata ed efficace. E i tempi, si sa, spesso fanno la differenza. L’oggetto del contendere è la Juventus, o meglio i risultati della Juventus che non sono in linea con le aspettative e la curva prestazionale della prima parte dell’annata, in cui i bianconeri sono arrivati a giocarsi la vetta con un testa a testa assieme all’Inter.

Juve, ruolino da retrocessione

Ora non più, ma c’è dell’altro. Molto altro. Il ruolino di marcia è da media retrocessione: sette punti nelle ultime otto partite. E una cosa del genere non si vedeva dalla vita di un adolescente. Correva il campionato 2009/10! Ma ci sono altri numeri impietosi a sancire una crisi netta: era dalla stagione 2010/11 che la squadra torinese non segnava così poco, ovvero 43 gol, uno in meno di quelli messi a referto da Vlahovic e compagni nelle prime 29 partite di campionato.

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L'ultima Juve così poco vincente

Ora, tenuto conto che complessivamente le distanze dal paradiso e dall’inferno si stanno dilatando (ormai i punti dall’Inter non si contano nemmeno più, mentre i punti che separano dalla quinta si sono ridotti a otto) ecco che qualche domandona è impossibile non porsela. La storia, e studiarla è sempre un bene, racconta per esempio che l’ultima Juve così poco vincente in un filotto di otto partite era quella di Ferrara, che venne esonerato in favore di Zaccheroni. Dunque se sino all’altra settimana il quesito numero uno era “Allegri resterà in panchina anche nella prossima stagione?”, ora se ne fa largo un altro “Allegri riuscirà a restare sino alla fine della stagione?”.

Qui il problema di fondo non è certo estetico, ovvero il gioco poco o “pochissimo” spettacolare della squadra, bensì le probabilità di qualificarsi per la prossima Champions. Nella nefasta ipotesi e per il momento piuttosto remota possibilità che ciò non dovesse avvenire i conti andrebbero a scatafascio e lo sanno benissimo ai piani altissimi del club, ovvero quelli del presidente Ferrero e dell’ad Scanavino. Dunque bisogna mettere a fuoco al meglio la realtà per evitare bruschi risvegli tardivi.

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Juve e futuro Allegri: il messaggio che trapela dalla Continassa

Dalla Continassa trapela un messaggio chiaro, improntato alla massima fiducia nell’allenatore che dovrà traghettare la squadra alla Champions sino alla 38ª giornata, cioè l’ultima, per essere poi convocato in sede e parlare di futuro con la volontà di proseguire. E a proposito di storia, quella bianconera insegna che esonerare gli allenatori è una rarità se non proprio una eccezione. Dunque dopo la non secondaria novità del ritiro di due notti al Jhotel prima del match col Genoa, la sosta non porterà scossoni e si arriverà così alla vigilia di Pasqua con la Juventus allegriana pronta a dare segnali di resurrezione a Roma, in casa della Lazio.

Juve, aprile sarà un mese cruciale per i destini bianconeri

E aprile sarà un mese cruciale per i destini juventini visto che oltre al solito menù di campionato servirà sul tavolo anche le semifinali di andata e ritorno proprio con la Lazio: tre giorni dopo la gara dell’Olimpico altro match con i laziali all’Allianz per il primo atto della semifinale di Coppa che vivrà il secondo martedì 23. In un mese tre sfide Tudor-Allegri, sempre che non succedano cataclismi tali da indurre la dirigenza a sottoscrivere scelte in controtendenza con la storia bianconera. Che però, va ribadito, non offre tante analogie nel passato con una pochezza di risultati come quella recente e quindi i paragoni reggono solo fino a un certo punto. Punto e a capo, o no?

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TORINO - La situazione non è grave ma seria. Che per certi versi potrebbe essere pure peggio. Perché quando la situazione precipita fa un rumore tale che la reazione è immediata. Quando invece le certezze si sgretolano gradualmente, ma inesorabilmente, c’è il rischio, a forza di posticipare, di non rispondere in maniera adeguata ed efficace. E i tempi, si sa, spesso fanno la differenza. L’oggetto del contendere è la Juventus, o meglio i risultati della Juventus che non sono in linea con le aspettative e la curva prestazionale della prima parte dell’annata, in cui i bianconeri sono arrivati a giocarsi la vetta con un testa a testa assieme all’Inter.

Juve, ruolino da retrocessione

Ora non più, ma c’è dell’altro. Molto altro. Il ruolino di marcia è da media retrocessione: sette punti nelle ultime otto partite. E una cosa del genere non si vedeva dalla vita di un adolescente. Correva il campionato 2009/10! Ma ci sono altri numeri impietosi a sancire una crisi netta: era dalla stagione 2010/11 che la squadra torinese non segnava così poco, ovvero 43 gol, uno in meno di quelli messi a referto da Vlahovic e compagni nelle prime 29 partite di campionato.

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