Dal sogno scudetto alla lotta per un posto nella prossima Champions. E, da lì, alla bagarre per la salvezza. D’accordo, la Juventus non deve guardarsi alle spalle fino a quel punto e, con 59 punti all’attivo, ha già un piede e mezzo nella prossima Europa. Ma il rendimento recente dei bianconeri è talmente negativo da dover riavvolgere il rullino fino al 1999 per trovare dei termini di paragone nel rendimento.
Juve, numeri da retrocessione
E qui entrano in gioco di prepotenza i bassifondi della classifica: la graduatoria delle ultime 9 giornate di campionato, da quel pareggio galeotto con l’Empoli in poi, vede il gruppo di Allegri addirittura al quartultimo posto, con due lunghezze di margine appena sull’ipotetica zona retrocessione.
La sconfitta all’ultimo istante contro la Lazio, in fondo, non ha fatto altro che confermare e, anzi, ingigantire una crisi che alla Continassa si trascina ormai da un paio di mesi. Da quel cartellino rosso a Milik nei primi minuti della sfida ai toscani che, appunto, insieme alla successiva sconfitta di San Siro che ha lanciato l’Inter verso il tricolore, ha portato a un’inattesa e violenta inversione di marcia.
Dal ritmo forsennato nell’immediata scia dell’Inter ai miseri 7 punti negli ultimi 9 turni, il passo è sorprendentemente breve. Perché è sorprendente il modo in cui il click dell’interruttore, all’improvviso, abbia spento la luce nello spogliatoio bianconero.
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