Pagina 4 | Retroscena Allegri: lo sfogo con i dirigenti e i quattro motivi della rabbia

Come al solito, già qualche secondo prima del triplice fischio, Massimiliano Allegri si dirige con passo spedito verso gli spogliatoi, imboccando il tunnel in tutta fretta per scaricare la tensione. A volte basta quella breve passeggiata per sbollire, altre volte no. E dopo la vittoria di corto muso sulla Fiorentina, con sofferenza finale, c’è bisogno anche di altro per sfogarsi: allora il tecnico livornese, con i giocatori ancora in campo a salutare i tifosi, si mette a discutere con i dirigenti che gli capitano a tiro.

Tensione accumulata

Non un litigio, attenzione: più una necessità di tirare fuori tutta la tensione accumulata in 90 minuti più recupero di pura adrenalina. E tutto questo fa capire quanto Allegri abbia ancora saldamente le mani sul manubrio della bicicletta bianconera: non le ha ancora alzate e non lo farà fino a quando, proseguendo nella metafora ciclistica, non verrà superato il traguardo.

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Allegri-Juve, addio a fine stagione?

Non ha gettato la spugna, Max, come potrebbe pensare qualcuno. E come potrebbe lasciare intendere la sensazione che, in estate, le strade di allenatore e Juventus possano dividersi, dopo otto stagioni vissute intensamente, per quanto con doverosi distinguo: i primi cinque anni di trionfi e titoli, gli altri tre di sofferenze e ostacoli da saltare, contro tutto e tutti. Allegri, se davvero saranno gli ultimi mesi al comando, vuole centrare gli obiettivi possibili: quello necessario, ovvero la qualificazione alla Champions League, e quello fattibile, la conquista della Coppa Italia che renderebbe meno amaro il percorso, con un altro trofeo in bacheca.

Era arrabbiato, il tecnico livornese, per diversi motivi: la gestione del finale di partita, le difficoltà nel chiudere il conto con un avversario che concedeva spazi, l’impatto che non è riuscito a dare qualche giocatore entrato dalla panchina (come Alcaraz, ad esempio), un paio di episodi rischiosi, a suo modo di vedere (come quando Yildiz invece di andare alla bandierina per amministrare il tempo, decide di accentrarsi per cercare il tiro).

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Le parole di Allegri e gli obiettivi

Ma sbollita quella rabbia e scaricata la tensione in cinque minuti, Allegri si è poi diretto dalla squadra, nel frattempo rientrata negli spogliatoi, e con calma ha espresso ai giocatori un concetto che suona più o meno così: “Pensiamo al derby ora, vinciamo per rimanere vicini al Milan e puntare al secondo posto”. Non è la prima volta che Allegri alza la tensione nel post partita, a caldo: un po’ per dare un segnale al gruppo, un po’ per mandare un messaggio all’ambiente. Di certo c’è che i giocatori restano dalla sua parte: il gruppo è compatto e lavora per raggiungere gli obiettivi che restano, dopo aver visto, tra febbraio e marzo, sgretolarsi le speranze di lottare per lo scudetto, correndo il rischio di essere addirittura risucchiati nel vortice della corsa per la Champions.

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La squadra è con Max

La vittoria sulla Fiorentina, sofferta, è come una liberazione per Allegri che sta vivendo un periodo non semplice, trovandosi ora di fronte a una sorta di bivio: se la dirigenza, in pubblico e in privato, continua a dare rassicurazioni sul futuro, dall’altra non ha ancora intavolato discorsi di rinnovo. Max ha ancora un anno di contratto, fino al 2025, ma questa situazione in bilico può togliere certezze finanche all’allenatore più vincente dell’attuale Serie A e uno dei più esperti: nonostante gli spifferi sempre più forti e una fetta di opinione pubblica bianconera sempre più distante dall’allenatore toscano, la squadra è con Max e lo si vede anche dagli abbracci e dai cenni di intesa del tecnico con alcuni degli uomini chiave dello spogliatoio, da Vlahovic a Chiesa, passando per i senatori. Derby, Cagliari, ritorno di Coppa Italia e poi il Milan: il futuro Juve, per ora, è tutto qui.

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La squadra è con Max

La vittoria sulla Fiorentina, sofferta, è come una liberazione per Allegri che sta vivendo un periodo non semplice, trovandosi ora di fronte a una sorta di bivio: se la dirigenza, in pubblico e in privato, continua a dare rassicurazioni sul futuro, dall’altra non ha ancora intavolato discorsi di rinnovo. Max ha ancora un anno di contratto, fino al 2025, ma questa situazione in bilico può togliere certezze finanche all’allenatore più vincente dell’attuale Serie A e uno dei più esperti: nonostante gli spifferi sempre più forti e una fetta di opinione pubblica bianconera sempre più distante dall’allenatore toscano, la squadra è con Max e lo si vede anche dagli abbracci e dai cenni di intesa del tecnico con alcuni degli uomini chiave dello spogliatoio, da Vlahovic a Chiesa, passando per i senatori. Derby, Cagliari, ritorno di Coppa Italia e poi il Milan: il futuro Juve, per ora, è tutto qui.

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