Juve, allarme rosso: 500 è un numero che non piace. Il dato che preoccupa

Come tutte le statistiche, almeno nel perimetro di una scienza inesatta quale è il calcio, va contestualizzata e analizzata: basti pensare al palo di Kean contro il Genoa o alle reti annullate nel primo tempo con la Fiorentina

TORINO - La Juventus non trova il gol su azione, in campionato, da quarantatré giorni. Un lasso di tempo che, agenda degli impegni alla mano, si traduce in cinque partite intere più un pezzetto. L’ultimo timbro è stato posto da Milik, a metà ripresa della sfida casalinga all’Atalanta, nell’ormai lontano 10 marzo scorso. Da quel momento sono trascorsi, ufficialmente, ben 470’. Ma il totale tocca quota 503 se, al dato parziale, vengono sommati tutti i recuperi accordati in coda alle frazioni di gioco.

Juve, Allegri a corto di sicurezze

Il numero – come tutti i numeri, almeno nel perimetro di una scienza inesatta quale è il calcio – va contestualizzato e analizzato. Basti pensare al palo di Kean allo scadere della gara contro il Genoa o alle tre reti annullate nel primo tempo della sfida alla Fiorentina per più o meno netti fuorigioco: episodi che avrebbero potuto spazzare via l’evidenza statistica.

Eppure questi oltre 500’ senza gol al termine di un’azione corale qualche cosa la vorranno pur dire. Lo sviluppo di una manovra armonica, negli ultimi tre anni, non è stata prerogativa della Juventus di Allegri, che ora si trova anche a corto di motivazioni e di sicurezze, dopo aver a lungo inseguito la capolista Inter sulle ali dell’entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'eccezione in Coppa Italia 

La difficoltà a gonfiare la rete, allora, è (anche) conseguenza delle linee-guida seguite finora, esasperando concetti come atteggiamento mentale e solidità difensiva per compensare quelle che restano lampanti lacune qualitative in organico, soprattutto nella zona nevralgica del campo. Dopo la rete alla Dea da parte di Milik, al termine di una discesa di Iling sulla sinistra e del solito assist di McKennie, però, è calato il buio. Negli ultimi cinque turni di campionato, infatti, i bianconeri hanno segnato appena tre reti, due di propria iniziativa se si sottrae al timido dato anche l’autogol di Dossena a Cagliari. A referto, in sostanza, rimangono soltanto i centri di Gatti con la Fiorentina e di Vlahovic in Sardegna: il primo sugli sviluppi di un calcio d’angolo e il secondo direttamente su punizione. Ecco, appunto.

L’eccezione, cronologicamente parlando, è arrivata proprio nel primo atto della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, e da lì la Juventus intende ripartire. Per blindare l’accesso all’ultimo atto della manifestazione e, sulla scia dell’auspicato traguardo, mettere al sicuro anche un piazzamento in campionato che assicuri la partecipazione alla prossima Champions League. Evocativi, in tal senso, anche i marcatori dei primi 90’ contro i biancazzurri di Tudor: Chiesa e Vlahovic, imbeccati da due preziosi passaggi vincenti di Cambiaso e di McKennie rispettivamente, hanno fatto inclinare l’ago della bilancia verso i bianconeri, in attesa di giudizio definitivo. Dai loro piedi, a inizio stagione, passavano le ambizioni di questa giovane Juventus. Dai loro piedi, allo stesso modo, dipendono ancora i traguardi nelle possibilità della squadra a quaranta giorni dalla bandiera a scacchi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - La Juventus non trova il gol su azione, in campionato, da quarantatré giorni. Un lasso di tempo che, agenda degli impegni alla mano, si traduce in cinque partite intere più un pezzetto. L’ultimo timbro è stato posto da Milik, a metà ripresa della sfida casalinga all’Atalanta, nell’ormai lontano 10 marzo scorso. Da quel momento sono trascorsi, ufficialmente, ben 470’. Ma il totale tocca quota 503 se, al dato parziale, vengono sommati tutti i recuperi accordati in coda alle frazioni di gioco.

Juve, Allegri a corto di sicurezze

Il numero – come tutti i numeri, almeno nel perimetro di una scienza inesatta quale è il calcio – va contestualizzato e analizzato. Basti pensare al palo di Kean allo scadere della gara contro il Genoa o alle tre reti annullate nel primo tempo della sfida alla Fiorentina per più o meno netti fuorigioco: episodi che avrebbero potuto spazzare via l’evidenza statistica.

Eppure questi oltre 500’ senza gol al termine di un’azione corale qualche cosa la vorranno pur dire. Lo sviluppo di una manovra armonica, negli ultimi tre anni, non è stata prerogativa della Juventus di Allegri, che ora si trova anche a corto di motivazioni e di sicurezze, dopo aver a lungo inseguito la capolista Inter sulle ali dell’entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, allarme rosso: 500 è un numero che non piace. Il dato che preoccupa
2
L'eccezione in Coppa Italia